Nella vita di ogni essere umano ogni gesto ha una sua causa e con-causa. Nel gesto dell'ombrello di Diego Armando Maradona c'è un atto di ribellione covato dopo anni di ammonimenti da parte di Equitalia e il Fisco Italiano che chiede cifre esose all'ex-campione argentino del Napoli.

Diego Maradona si discolpa da questa tesi negativa nei suoi confronti affermando che la colpa non è sua se l'ex-Presidente del Napoli, Corrado Ferlaino e l'ex-manager di Diego, Guillermo Coppola, firmavano carte al posto del giocatore argentino, ignaro di tutto. In pratica Maradona dichiara di non avere colpe su contratti o deposizioni non firmate da lui medesimo, bensì da Ferlaino e Coppola.

L'ex-campione sudamericano afferma di non essere mai stato un evasore delle tasse, poichè non era a conoscenza delle manfrine adottate furbescamente da Ferlaino e Coppola ai tempi della sua militanza nel Napoli. Quindi è impossibile addossargli colpe che non ha.

Il gesto dell'ombrello che tutta l'Italia ha visto, nella trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo che fa" su Rai3 di domenica 20 ottobre è stato soltanto un gesto ironico, satirico, sebbene non sia stato preso bene dal ministro Fassina.

Diego ha cosi spiegato quel gesto, ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "Quel gesto non voleva essere offensivo ma solo satirico, in risposta all'ennesimo agguato tentato la settimana scorsa davanti a mia figlia, senza che mi fosse mostrata neanche l'autorizzazione del giudice. Non ho offeso nessuno e sono orgoglioso di essere Maradona, di amare ed essere amato dalla gente per la mia coerenza, che non è mai stata in vendita".

Sulle affermazioni poco lusinghiere del ministro Fassina ("Maradona è un miserabile") sul gesto dell'argentino, il nostro ha dichiarato che il vero miserabile non è lui, ma tutti quelli che speculano perseguitando gli innocenti invece di fare emergere la giustizia e la verità. 

Seguiremo l'evolversi della vicenda.