Default è una modalità fissa, una sorta di schema, il migliore possibile, programmato per una specifica attività, a meno che chi utilizza quella modalità precostituita non vi apporti delle modifiche personali. In informatica è una applicazione insita nel programma stesso che può essere personalizzata in base a proprie esigenze o gusti.

La modalità default del telelavoro è prevista nel decreto Crescita 2.0 (Dl n.179/12, convertito in legge 17 dicembre 2012, n. 221. ) ed è da considerare possibile per qualunque tipo di lavoro, soprattutto alle dipendenze della pubblica amministrazione.

Può essere modificata a seconda delle esigenze e se non è possibile devono essere espresse le motivazioni della impossibilità. Questa modalità fino ad ora non è ancora stata applicata, né nel privato, né tanto meno nella pubblica amministrazione. Comporta un cambio di mentalità e di capacità organizzativa che contrasta evidentemente con gli antichi schemi resistenti al cambiamento.

Ma il decreto Crescita 2.0, attuato per direttiva europea 2003/98/CE, ha una finalità specifica : favorire start up, sviluppo, incentivare occupazione, semplificare PA e soprattutto incentivare la diffusione della digitalizzazione.

In pratica l'Europa con il programma Europa 2020, intende arrivare entro il 2020, per l'appunto, alla massima digitalizzazione possibile nell'area euro, attraverso la massima diffusione degli Open Data, ossia il maggior numero possibile di dati pubblici accessibili a qualunque cittadino.

Ma non solo. Si tende ad incentivare l'ideazione di nuove forme di lavoro digitale, a basso costo o comunque in un'ottica di spending review, e la massima fruizione possibile di servizi al cittadino.

Tutto ciò si rende possibile attraverso l'identificazione digitale che dovrà essere diffusa a tutti.

Infatti l'identità digitale è specificamente una nuova tessera unica che andrà a sostituire la Carta d'Identità e la Tessera sanitaria.

Con questa tessera che avrà un PIN personale si potrà accedere all'interno dei sistemi della PA e rilevare qualunque dato accessibile, mantenendo la sicurezza sia per la PA che per il cittadino-utente.

Sul decreto Crescita 2.0 è stato detto molto ma non abbastanza. Infatti non è poi così conosciuto ai più.

E' stato rilevato dagli addetti ai lavori che esso manca di organicità.

Ad esempio, per quanto riguarda le dipendenze della pubblica amministrazione, è previsto un contratto singuli operarius che non aiuta l'implementazione della fattispecie nell'ambito più ampio dell'organizzazione, trattandosi di una riconfigurazione del lavoro e dei diritti connessi.

L'elemento che sembra, a prima vista, positivo è il fatto che il decreto Crescita 2.0 prevede, ove richiesto dal lavoratore, l'approccio BYOD (Bring Your Own Device) nell'uso dei dispositivi per il lavoro in mobilità, lasciando naturalmente in carico all'organizzazione l'installazione e la manutenzione del sw necessario per lo svolgimento delle attività lavorative (con tutti i problemi di sicurezza connessi); e un periodo di osservazione sui risultati dell'applicazione, anche con un supporto culturale e organizzativo alle aziende e alle amministrazioni, per superare quello che è riconosciuto come il principale fattore di ostacolo al riconoscimento del lavoro in mobilità: l'incapacità dei manager di realizzare una gestione per obiettivi.

In ciò consiste lo "smart working". In ciò vediamo tutti i ritardi della PA.