Da poco si è tenuta la Giornata mondiale della censura digitale culminata con la redazione del "Rapporto annuale sui Nemici della Rete" da parte di "Reporters senza frontiere". Nella relazione è evidenziato che le aziende private specializzate in intercettazioni di comunicazioni o contenuto online fanno affari con governi come l'Iran, la Cina, Siria e il Bahrain, ossia stati non teneri con i diritti civili. In tali stati, è spiegato nel rapporto, il monopolio statale delle infrastrutture consente di "chiudere" Internet a comando, o rallentarne la navigazione degli utenti in periodi sensibili come elezioni politiche o proteste del popolo.

Tutto ciò è possibile (censura e sorveglianza da parte dei nemici di Internet) attraverso gli strumenti sviluppati dalle aziende del settore privato con sede nei paesi occidentali. La Russia esporta il suo sistema di sorveglianza in paesi quali Bielorussia e Ucraina, e la Cina, specializzata nel controllo delle informazioni, supporta l'Iran nella creazione di una rete nazionale autarchica e indipendente dal World Wide Web. Nel rapporto si evidenzia come la Cina è molto attiva nel controllo del traffico internet per bloccare i siti indipendenti che possono infastidire con libertà di pensiero e informazioni, e lo sta facendo anche nello Zambia e in Uzbekistan collaborando con uno dei principali fornitori di modem e router che opera in zona.

Il rapporto in oggetto è molto dettagliato nell'individuare i "Nemici della Rete" che adottano pratiche per limitare il libero flusso delle informazioni. Si fa menzione di agenzie governative che minacciano la libertà del Web come NSA, Saudi Arabia's Internet Services Unit, Russia's FSB and Sudan's National Intelligence and Security Service, Ethiopia's Information Network Security Agency, Center for Development of Telematics of India e altre.

È in atto un sistematico e duraturo programma di violazioni della libertà d'informazione con modalità di sorveglianza di massa oscuri e antidemocratici. Il rapporto lamenta che gli Internet Service Providers e altri intermediari tecnici del web sono trasformati in controllori asfissianti pronti a censurare i contenuti non graditi ai regimi totalitari, di fatto, spiando tutto e tutti.

Ci sono casi concreti come Somalia, Venezuela, Turchia, Vietnam, Bangladesh, Singapore, Uzbekistan, Arabia Saudita, dove con norme rigide, autoritarie, c'è l'obbligo di licenza per i siti d'informazione, oneri amministrativi ed economici cui sottoporsi e adempiere periodicamente, pensate, di fatto, per controllare e reprimere l'informazione online e altre iniziative per censurare in qualche modo e sorvegliare il web che non deve essere libero d'informare.