Finalmente il mondo delle sigarette elettroniche, e la sua filiera produttiva e commerciale, vedono un po' di luce e di speranza, dopo la durissima lotta che hanno condotto negli scorsi mesi. Lo scorso 2 aprile il Tar del Lazio si è espresso e ha sospeso gli effetti del decreto legge inventato dall'Onorevole Alberto Giorgetti, quando era sottosegretario ai monopoli nel Governo Letta.

Le parole con cui il Tar del Lazio ha rimandato la normativa della tassazione sulle sigarette elettroniche al'esame della Corte Costituzionale sono molto interessanti.

I giudici del Tar scrivono, infatti, che ritengono che la normativa della tassa del 58,5% sulle sigarette elettroniche e sui loro componenti ( erano compresi persino i cavetti usb) presenti profili di irragionevolezza tali da giustificare la sottoposizione della questione alla Corte Costituzionale e che i danni irreparabili che i ricorrenti, e conseguentemente anche tutti gli altri operatori del settore e della filiera delle sigarette elettroniche, potrebbero avere dall'applicazione degli adempimenti previsti dalla legge, sia di ordine amministrativo sia di ordine fiscale, ne potrebbero causare l'espulsione dal mercato.

Queste motivazioni giustificano la sospensione della tassa e della normativa fino a che la Corte Costituzionale non si pronuncerà.

Prendendo a prova le parole scritte dai giudici del Tar del Lazio possiamo indicare Alberto Giorgetti come un sottosegretario che ha scritto normative con profili di irragionevolezza.

Tutto quello che ha riguardato la nascita di questa normativa era stato presentato da un servizio effettuato alla Gabbia, sul canale televisivo La7, qualche mese fa, e Alberto Giorgetti e il governo Letta si erano trovati in forte imbarazzo quando nella commissione affari costituzionali il senatore Stefano Candiani, della Lega Nord, era riuscito a far approvare un emendamento che spostava in avanti l'applicazione della legge stessa.

Alberto Giorgetti si era distinto anche per avere emesso un'altra stranissima normativa che istituiva una particolare penale per Comuni che impedivano di posizionare le sale per il gioco d'azzardo con le slot machine nelle vicinanze di scuole e altri luoghi sensibili e che mettono in atto politiche contro il gioco d'azzardo.

Anche se oggi non è più sottosegretario ai monopoli, Alberto Giorgetti è stato protagonista di un'altra dichiarazione che ha profili di irragionevolezza. Ha, infatti, chiesto il commissariamento del Comune di Verona basandosi sulla puntata di Report, trasmissione condotta per la RAi da Milena Gabanelli e contenente dei forti attacchi al sindaco Flavio Tosi.

A tale richiesta di commissariamento hanno risposto a tono i deputati della lega nord Matteo Bragantini, Filippo Busin, Guido Guidesi, Roberto Caon, Marco Marcolin e Emanuele Prataviera:

''Se basta un servizio giornalistico, farcito di accuse ma totalmente privo di prove, per chiedere il commissariamento del comune di Verona, come sostenuto dall'ex sottosegretario all'economia Alberto Giorgetti, allora bisognerebbe chiedere anche il commissariamento del Ministero dell'economia e delle finanze.

Fiumi d'inchiostro, infatti, sono stati spesi per ridicolizzare l'operato di Alberto Giorgetti, con particolare riferimento alla sua geniale idea di spalleggiare le lobbies delle slot per arricchire le casse dello Stato sulla pelle dei cittadini. Un emendamento che, in sintesi, penalizzava i comuni antislot e andava incontro ai concessionari irregolari, prorogando la concessione di 90 giorni in caso di revoca per colpa, comprese le interdirettive antimafia. Dice il proverbio: il silenzio è il velo sotto cui l'ignoranza si nasconde. A quanto pare non è sempre così'' hanno oggi comunicato alla stampa i deputati leghisti.

Insomma, dalle sigarette elettroniche alle slot machine, passando per il gossip, sembra che l'onorevole Alberto Giorgetti abbia un'idea completamente personale del diritto e di come debba essere applicato.