Il governo Renzi promette meno tasse per i più poveri e con un decreto varato domani 18 aprile dal Consiglio dei Ministri i famosi 80 euro in busta paga diverranno "ufficiali" (che in realtà sono solo il massimo ottenibile per i redditi più bassi, la media sarà inferiore). Si tratterà di interventi di riduzione fiscale per chi ha un reddito mensile intorno i 1200 euro e non ai 1500 come inizialmente detto perchè il Ministero del Tesoro e il Presidente del Consiglio hanno dovuto trovare l'equilibrio tra i tagli alla spesa della spending review e le necessità di stimoli alla ripresa, aiuti alle fasce più deboli, consenso elettorale per le prossime elezioni europee.

Questo taglio delle tasse che dovrebbe portare ai famosi 80 euro in busta paga non sarà più a base di detrazioni Irpef per i redditi fino a 25mila euro lordi anni (1500 euro al mese netti) perchè questa soluzione avrebbe lasciato fuori chi sta sotto la soglia minima di reddito per pagare le tasse, gli incapienti da massimo 8000 euro l'anno: Matteo Renzi ha promesso sostegni anche per loro, quindi il governo ha dovuto cambiare il progetto, un cambiamento che non porterà invece ad una riduzione delle detrazioni fiscali per i redditi più elevati come le ultime voci in merito affermavano.

Dal decreto del governo dovrebbe quindi uscire un bonus fiscale che necessiterà di altre coperture per circa un miliardo di euro per ridurre le tasse ed aumentare la busta paga dei lavoratori dipendenti, ovviamente con più consistenza per gli stipendi più bassi, tagliando gli oneri sociali a carico del lavoratore del 5-6%, con lo Stato come sostituto d'imposta che paga la differenza sulla quota prevista normalmente in busta paga.

Chi paga più contributi Inps, in busta avrà uno sconto più alto.

C'è da dire che trattandosi di un taglio lineare ci sarà meno differenza tra classi di reddito e il bonus fiscale sarà concentrato nella fascia di stipendi netti tra 1200 e 1300 euro mensili.

Questo taglio delle tasse avrà un costo tra i 4 ed i 5 miliardi, da reperire con tagli agli stipendi dei manager statali, tagli ai contributi per le imprese pubbliche, revisione del piano di acquisto degli aerei F35, con l'aumento della tassazione sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia.

Le ultime voci riportate da vari organi di stampa dicevano che ci sarebbero state anche delle riduzioni alle detrazioni fiscali per i redditi oltre i 55mila euro lordi annui, ma dallo stesso governo è arrivata la smentita e l'invito ad attendere il CdM di domani per le novità ufficiali.