Le dichiarazioni di Graziano Delrio su una tassazione su Bot e rendite finanziarie, che nei primi giorni del governo Renzi, sembravano essere state solo idee improvvisate e senza alcun fondamento, diventano sempre più voci reali, rientrando come una delle soluzioni previste dal nuovo governo a copertura finanziaria delle tante novità che il nuovo esecutivo vuole realizzare.

Non si tratta più di gaffe televisive, ma di un reale tentativo del nuovo esecutivo di ottenere 3 miliardi di euro per realizzare quello che rappresenta la soluzione a molti dei guai del nostro Paese cioè il taglio del cuneo fiscale.

Con il termine cuneo fiscale si intende la differenza tra il costo del lavoro che un'impresa deve sostenere verso i lavoratori e la redistribuzione netta dello stipendio che resta al lavoratore (detto in modo semplice la differenza tra quanto spende il datore di lavoro per un dipendente e quanto resta al lavoratore in busta paga).

Secondo le previsioni del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, l'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, porterebbe alle casse dello Stato 2,98 miliardi di euro, realizzando un un aumento dell'aliquota dal 12,50% al 20% sugli interessi di BoT e BTp.

I 10 miliardi di euro necessari per realizzare il taglio del cuneo verranno ricavati dai 3 miliardi del maggiore gettito sulle rendite, mentre i rimanenti 7 miliardi si ricaverebbero dalla "spending review" del governo Letta.

Un nugolo di critiche sono state mosse a questa idea, per gli effetti che potrebbe avere sugli investimenti dei cittadini e sulla domanda di titoli di Stato e che dire poi del fatto che i piccoli risparmiatori subirebbero questa maggiore tassazione, mentre banche e fondi avranno una differente tassazione agevolata.

I rendimenti per i risparmiatori ai minimi da molti anni si affosserebbero completamente. Il taglio del cuneo fiscale non può che essere ben accetto a tutti, a parte i grossi risparmiatori che hanno investito in Bot o altre forme di risparmio, ci sono le famiglie e i dipendenti e tutti coloro che non hanno risparmi eccessivi ma somme che oggi sono una fortuna alla luce della crisi ma non certo somme di grande importo.