La spending review capitanata dal Governo Renzi con Cottarelli in prima linea, ha un programma di risparmio che va a colpire varie categorie di cittadini non esattamente abbienti. Il Governo mira in sostanza a recuperare quasi 4 miliardi in ambiti come assistenza e previdenza in un periodo totale di 3 anni. E' chiaro che per quelle fasce di reddito che vanno tra i 25 e i 40000 euro annue non sarà facile tirare ancora la cinghia, tenendo in conto anche il fatto che non percepiscono nemmeno le 80 euro in busta paga di bonus irpef, previsto solo per chi rientra in un reddito che non tocca i 25000 euro l'anno.

Spending review: il piano

Tra le manovre del piano c'è una rinnovata "sterilizzazione" delle Pensioni che appartengono a chi ha un reddito medio. Con Monti erano nel mirino le pensioni che superavano i 1400 euro, con Letta il tetto era salito a 3000, con Renzi adesso staremo a vedere, ma le intenzioni son quelle di recuperare 2 miliardi di euro tra il 2015 e il 2016. Chissà quanto saranno contenti i pensionati…

Spending review: le conseguenze che paga il ceto medio

L'altra manovra ha a che fare con l'assistenza ai disabili. Il Governo Renzi pianifica di raccogliere 300 milioni di euro in un periodo di 3 anni, eliminando l'assegno di accompagnamento per chi raggiunge un redito lordo di 30000 euro, oppure tocca i 45000 grazie a quelli di coniuge ed eventuali figli.

Un'iniezione dolorosa per chi deve occuparsi di un familiare con gravi disabilità, bisognoso di costante assistenza, dove ci si ritrova a dover pagare una badante, volente o nolente.

L'elenco potrebbe continuare, dato che nel ciclone son tirati dentro anche gli orfani di guerra, le vedove e le donne lavoratrici in generale. Categorie "forti", non c'è che dire, che ovviamente la spending review andrà a risucchiare senza l'ombra di un senso di colpa.