Il terzo governo esecutivo tecnico sta lavorando alla programmazione delle urgenti e necessarie riforme per rilanciare lo sviluppo e l'economia dell'Italia attraverso il contenimento e tagli alla spesa pubblica e la lotta all'evasione fiscale.

In merito la Spending Review di Cottarelli prevede ad aprile l'arrivo dello spesometro 2014, che obbliga i possessori di Partita Iva, a dichiarare gli acquisti superiori a 3600: nel 2010 la soglia era fissata a 25 mila euro.

I lavoratori autonomi, i liberi professionisti e le PMI, ad eccezione dei commercianti e delle agenzie di viaggi, a partire dal 10 ed entro il 22 aprile dovranno dichiarare per via telematica all'Agenzia delle Entrate le spese effettuate nel 2013 che hanno superato la somma di 3.600 euro, attraverso scontrini e fatture.

Nello spesometro rientrano gli acquisti di mobili, abbigliamento, auto, gioielli, viaggi, elettrodomestici beni di lusso, e anche l'iscrizione a circoli sportivi esclusivi.

La manovra fiscale dell'esecutivo ha come obiettivo contrastare l'evasione fiscale che si stima aver raggiunto la soglia di 180 miliardi di euro; prevede anche entro il 30 aprile la dichiarazione degli acquisti effettuati con carte di credito e bancomat, successivamente i dati dello speso metro saranno incrociati con il redditometro.

Dunque il gettito fiscale che entra delle casse dello Stato si aggira intorno a 82% e arriva dai lavoratori dipendenti statali e dai pensionati; in merito al rientro dei capitali all'esterno, il Corriere della Sera ha reso noto che il direttore delle Agenzie delle Entrate Attilo Befera ha sottolineato soprattutto la necessità della lotta all'evasione internazionale, che deve essere contrastata, poiché è un limite alla democrazia.

Sempre riguardo il flusso di transito di capitali all'estero il comandante della Guardia di Finanza di Como, Marco Pelliccia ha dichiarato di aver riscontrato un cambiamento delle banche della Confederazione Svizzera, le quali si stanno muovendo in direzione di una maggiore trasparenza finanziaria, e tendono a non accettare più denaro che non sia stato dichiarato al fisco dal paese di provenienza.