Si profila una vera e propria stangata per i dipendenti statali che rischiano di vedersi decurtati, in maniera significativa, i propri stipendi.
La spending review del Governo Renzi, avrebbe individuato, infatti, nei trattamenti economici della Pubblica Amministrazione, un bersaglio da colpire attraverso dei tagli progressivi a seconda dell'importo percepito annualmente: l'ipotesi di riduzione dello stipendio, per il momento, è pari al 6% per tutti coloro che guadagnano oltre 60 mila euro all'anno, del 7% per coloro che superano i 70 mila euro e l'8% per coloro che oltrepassano la soglia degli 80 mila euro annuali.


La proposta di legge, promossa dall'economista pieddino Francesco Boccia, avrebbe durata temporanea (da quest'anno e fino al 2016) e avrebbe l'obiettivo di contribuire al risanamento dei conti di bilancio dello Stato: se consideriamo che, nel 2012, la Corte Costituzionale aveva legittimato la riduzione degli stipendi statali solo per fini volti all'equilibrio del bilancio, ecco come la proposta di Boccia acquista la sua validità.  


In termini economici, quali sarebbero le aspettative che il Governo si aspetta da questo provvedimento? In caso di approvazione, lo Stato ha calcolato un risparmio pari a circa due miliardi e mezzo di euro all'anno, che potrebbero aumentare nell'ipotesi di coinvolgimento delle società controllate e agli uffici collegati ai vari ministeri.
Secondo una prima stima, un dipendente pubblico su sei sarebbe coinvolto in questo taglio di stipendio, visto che la percentuale si dovrebbe attestare al 16,4 per cento.