Da tempo nel nostro paese il fenomeno degli stagisti non retribuiti o sfruttati è dilagante, molte infatti le aziende, studi o grandi società, sopratutto nel sud Italia, che usano assumere ragazzi in cerca d'esperienza lavorativa, senza riconoscergli neanche un rimborso spese minimo. Tale situazione però, potrebbe essere destinata a cambiare nel breve periodo, visto l'ultima sentenza della Corte di Cassazione n. 2520/2014: in caso di studi professionali che, si avvalgano esclusivamente del lavoro di praticanti o stagisti, cade l'obbligo del versamento dell'IRAP.

Tale decisione, in accordo con quanto affermato dall'Agenzia delle Entrate all'interno della Circolare n. 45/E/2008, sarebbe dovuta dal fatto che, visto lo scopo principale del tirocinio mirato ad insegnare allo stagista le basi del lavoro in questione, questi non contribuisce alla formazione di reddito, come invece succederebbe con un lavoratore autonomo e regolarmente assunto. In questo caso, gli studi professionali che si avvalgano esclusivamente dell'attività e dell'aiuto di stagisti, non costituiscono attività autonoma organizzata, vedendo così cadere il presupposto ultimo per il versamento dell'IRAP.

Corte di Cassazione e Agenzia delle entrate quindi, in accordo con quanto affermato in precedenza "dall'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili", tendendo però a sottolineare che, tale eccezione vale esclusivamente per gli studi professionali che si avvalgano solo ed esclusivamente dell'aiuto di praticanti.

Tale sentenza potrebbe cambiare non solo la sorte degli studi professionali, che vedranno calare gli oneri fiscali, ma anche quella dei tanti laureati o giovani neo-laureati in cerca d'esperienza, garantendo magari, anche un maggiore controllo e correttezza nello svolgimento degli stage.