Matteo Renzi ha accettato dal capo dello Stato il compito di formare il nuovo governo. Una delle maggiori gatte da pelare lasciate dal governo Letta riguarda la necessità di aggiustamenti, se non addirittura di una vera e propria riforma, per quanto riguarda la materia delle Pensioni.

Il governo Letta ha praticamente lasciato in sospeso tutti gli aspetti contraddittori venuti fuori dalla riforma delle pensioni Fornero. Parliamo di esodati (e degli esodandi che verranno fuori quest'anno), dei cosiddetti Quota 96 e dei precoci.

Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, gli unici aggiustamenti proposti dal governo Letta erano sembrati dei compromessi, in maniera tale da non toccare nell'impianto la legge Fornero.

Pensiamo ad esempio al prestito pensionistico di cui tanto si è discusso nelle scorse settimane e che ben poco successo ha riscosso. Insomma, quello che dobbiamo chiederci è come deciderà di muoversi Renzi.

Riforma pensioni 2014: esodati, Quota 96 e precoci, che fare?

Matteo Renzi era intervenuto più di una volta sulla questione della riforma delle pensioni, anche prima che fosse in odore di governo. La sua posizione era sembrata piuttosto prudente: aggiustamenti sì alla riforma Fornero, ma stravolgimenti assolutamente no.

Sicuramente non possiamo attenderci dal futuro governo Reni nessuna importante trasformazione, ciò che sperano precoci, esodati e Quota 96 è che almeno la loro situazione kafkiana venga presa in considerazione e risolta una volta e per tutte.

Riforma pensioni 2014: esodati e Quota 96, il problema dei fondi o di volontà politica?

La riforma delle pensioni targata Fornero ha prodotto due grosse contraddizioni: gli esodati e i cosiddetti Quota 96. La questione è che la Ragioneria di Stato che sta valutando la sostenibilità economica delle proposte per risolvere la situazione (ricordiamo ad esempio il disegno di legge Ghizzoni) si è pronunciata in via preventiva, palesando la necessità di aiutare prima gli esodati e poi i Quota 96.

In poche parole, fondi per entrambe le categorie non ci sarebbero. Quello che ci si chiede è se Renzi li troverà e, qualora li trovi, a quali conseguenze. Si sta facendo strada sempre di più l'idea che a mancare nel governo Letta, e già si teme anche per il governo Renzi, sia più la volontà politica che non la copertura economica.

Riforma pensioni 2014: precoci e uscita anticipata, nessuna novità

Per quanto riguarda i cosiddetti precoci? Possiamo soltanto ricordare come, per quanto riguarda l'uscita anticipata dal mondo del lavoro, il governo Letta non si sia mosso granché, lasciando inalterate le forti penalizzazioni previste dalla legge Fornero per chi volesse uscire dal mondo del lavoro prima dell'età consentita o degli anni di contribuzione. La già ricordata ipotesi del prestito pensionistico non sembra entusiasmare Matteo Renzi.

La questione della riforma delle pensioni, ricordiamo, non riguarda soltanto coloro che dovrebbero andare in pensione ma non ci riescono, o che vorrebbero anticipatamente ma non possono.

Il problema di una razionalizzazione maggiore del comparto previdenziale riguarda anche il mercato del lavoro. Senza flessibilità in uscita, si blocca il turn over e le giovani generazioni restano senza possibilità di ingresso.

Il problema è sempre lo stesso: Renzi avrà idee e maggioranza politica sufficiente per affrontare sfide di questa entità?