Ricordiamo, prima di tutto, che la Tasi è la nuova imposta sugli immobili che insieme alla Tari, imposta sui rifiuti, andrà a formare la Trise, imposta sui rifiuti e sui servizi essenziali. Sull'applicazione delle aliquote viaggiamo nella confusione più totale. Ad oggi non sappiamo in che modo né quanto ci costerà questa tassa. Venerdì scorso, il Governo Letta doveva decretare in merito, ma le vicende politiche di queste ore, ne hanno impedito il varo.

La controversia

Si sperava che la controversia e le polemiche sulla tassazione immobiliare si fossero esaurite e definite con il varo definitivo della Legge di Stabilità e invece non è così.

La querelle è nota: i sindaci, capeggiati da Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell'Anci, da mesi lamentano i mancati introiti causati dall'abolizione della tassa sulla prima casa, e manifestano la loro preoccupazione per l'impianto della Tasi, con le aliquote nel 2014, al 2,5 per mille per le prime abitazioni e al 10,6 per le seconde. Il tutto a scapito dei servizi sociali, culturali ed a domanda individuale, prestati ai cittadini.

Di ipotesi se ne sono fatte tante, ma la soluzione tarda ad arrivare. Una delle ipotesi più accreditate, prima della caduta del Governo Letta, e condivisa dai Comuni, è quella di portare l'aliquota prima casa al 3,5 per mille e all'11,6 per mille per la seconda casa.

Oggi rispettivamente al 2,5 e al 10,6.

In cambio i Comuni dovrebbero aumentare le detrazioni, in modo da esentare dal pagamento chi non aveva pagato la tassa sulla prima casa. Accanto alla revisione delle aliquote, c'è anche la riforma del catasto, che in alcuni Comuni è già in uno stato avanzato. La riforma del catasto porterebbe ad un aumento di quanto dovremmo pagare per la Tasi di circa il 30%.

Così viene stimato dalle associazioni del settore edilizio. In tal modo una casa di 100mq a Milano da un IMU di circa 450 euro passerebbe a 585, a Roma da 400 a 520 euro, a Palermo da 320 a 416 euro.

Cosa ne pensano i cittadini? Ma soprattutto cosa ne pensa Matteo Renzi, Sindaco di Firenze, premier in pectore?