E alla fine la Web Tax non c'è più: il primo Consiglio dei Ministri del governo Renzi ha deciso di eliminare questa tanto criticata tassa, "inventata" dall'on. Francesco Boccia del PD nel mese di dicembre 2013 e che subito ha prodotto polemiche infinite.

Lo stesso Matteo Renzi ha così dato l'annuncio su Twitter: "Ne riparleremo in un quadro di normativa europea", dopo che il Cdm ha dato il via libera al nuovo Decreto Salva-Roma, contenente tra le altre norme appunto l'abrogazione della Web Tax e la proroga della sanatoria per le cartelle Equitalia fino al 31 marzo (cfr l'articolo Decreto Salva-Roma: sì aumento aliquote Tasi).

Sembrava che con la cancellazione del precedente Salva Roma la Web Tax potesse diventare legge a partire da sabato 1 marzo, quattro mesi prima del 1 luglio, la data decisa dal governo Letta che in realtà era solo un rinvio di sei mesi rispetto all'impianto originale, resosi necessario perchè la Web Tax avrebbe messo fuori legge migliaia di aziende italiane che operano on line.

In realtà la Web Tax non è una tassa ma avrebbe introdotto l'obbligo di acquistare pubblicità on line solo da aziende con partita Iva italiana, impedendo così di poterlo fare ad esempio da Google o da altre realtà del settore. Chiaramente una norma contro i più elementari principi europei di libertà, tanto che l'UE si era detta alquanto perplessa e lo stesso Renzi, allora solo segretario del PD, aveva dichiarato di voler eliminare.

Insomma, un'idea nata male e finita giustamente cancellata: in pochi l'appoggiavano, avrebbe portato ad una probabile riduzione di entrate per l'Erario e messo in seria difficoltà molte aziende italiane.