In questi giorni non si fa altro che parlare della famosissima Mini-Imu, la tassa "residua" sugli immobili di proprietà che ogni cittadino ha l'obbligo di versare nel caso in cui il comune di residenza avesse provveduto ad aumentare nel 2013 l'aliquota dell'Imu.


Molti italiani stanno "brontolando" non poco all'idea di metter di nuovo mano al portafogli, specie in un periodo dove tra spese natalizie e conguagli bollette, il denaro è davvero contato.
Ecco perchè siamo in molti a chiederci: a cosa andremmo incontro se non potessimo (peggio, se non volessimo) pagare la Mini-Imu?


Dal punto di vista fiscale, ciascun cittadino che non dovesse ottemperare a questo che viene considerato, a tutti gli effetti, un obbligo d'imposta, andrebbe incontro alle stesse sanzioni applicate per il mancato o il ritardato pagamento dell'Imu, ovvero il 30% dell'importo a cui andranno sommati gli interessi legali.


Facciamo un esempio pratico: per chi dovesse pagare un importo pari a 100 euro, il mancato pagamento entro il 24 gennaio, ultimo giorno utile, comporterebbe un aggravio di 130 euro più gli interessi. Per chi, invece, dovesse pagare una cifra pari a 60 euro, la Mini-Imu non pagata scatterebbe a 80 euro più gli interessi. 


E gli interessi applicati, a quanto ammonterebbero? Attualmente, gli interessi legali sono pari all' 1% annuo. Tradotto in parole povere, quindi, se un cittadino saldasse la Mini-Imu con un anno di ritardo, andrebbe a pagare un euro in più ogni 100 euro di importo; se il ritardo nel pagamento fosse solo di un mese (pagando quindi a febbraio), dovrebbe sborsare in più solo 8 centesimi.