Federico Peluso è, da ieri, un giocatore bianconero. E’ stato scelto, oltre che per le sue qualità, soprattutto per la sua duttilità, potendo ricoprire il ruolo di centrale, di terzino sinistro e di esterno sinistro alto di centrocampo (anche se è un giocatore più difensivo che offensivo).

Con il passaggio di Peluso dall’Atalanta alla Juventus, si prosegue in quella sorta di tradizione vincente che, da sempre, contraddistingue la storia del calcio italiano. Diversi  sono i giocatori che, nel tempo, hanno fatto lo stesso tragitto di Federico. A partire dagli anni venti del secolo scorso,  più di trenta sono i calciatori cresciuti nel vivaio bergamasco o messisi in evidenza con la maglia nerazzurra che, in seguito sono passati alla Juve e spesso ne hanno determinato le fortune calcistiche.

Il nome che in primis tutti ricordiamo, è certamente quello di Gaetano Scirea, compianto capitano bianconero e della Nazionale, acquistato dalla Juventus a metà degli anni settanta e proveniente dal vivaio della squadra orobica. Per anni, Gaetano, ha scritto la storia della Juve e della Nazionale Italiana. A ruota, arrivarono alla Juventus, tale Antonio Cabrini (idolo di tutte le donne), indimenticabile terzino sinistro che con Scirea ha condiviso momenti gioiosi e meno sia con la maglia di club che con la maglia azzurra e Pietro Fanna. E’ stata poi la volta di Bodini, Marocchino, Tavola, Prandelli, tutti ragazzi approdati alla Juventus tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta.

Nel decennio successivo, alla corte della vecchia signora, arrivarono Storgato, Pacione (ancora si ricordano di lui i fatali errori di mira contro il Barcellona), Soldà, Magrin (che ebbe la sfortuna, nell’immaginario collettivo dei tifosi di dover sostituire tal Michel Platini) e Daniele Fortunato.

Altra “pesca miracolosa” è stata quella degli anni novanta, con l’approdo alla Juventus, in rigoroso ordine, di Porrini, Tacchinardi, Montero, Vieri e Inzaghi,  calciatori che hanno fatto le fortune della Juventus e dei suoi allenatori.

Gli ultimi, in ordine cronologico, a fare il viaggio da Bergamo a Torino, sono stati Mirkovic, Zenoni e, a gennaio del 2012, Padoin. Ora tocca a Peluso. E’ la sua grande occasione, nel pieno della sua maturità calcistica e umana. Nel segno di una tradizione vincente.