Crescita allarmante del consumo di stupefacenti in età giovanile: è quanto trapela dall'indagine Espad-Italia 2013 su 45 mila ragazzi di 516 scuole secondarie superiori, condotta dall'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa.

In particolare, sembra ci sia un ritorno all'eroina, non più iniettata ma fumata; i giovani iniziano a farne uso già all'età di 14 anni, per poi non abbandonarla più. L'eroina, infatti, una sostanza semisintetica derivata dalla reazione della morfina con l'anidride acetica, provoca inizialmente un'ondata di euforia, seguita da una fase di calma ed abbandono, che però comporta anche aumento della temperatura corporea, secchezza della bocca ed una sensazione di pesantezza che, in alcuni casi, può provocare anche vomito, nausea e forte prurito.

Le funzioni mentali si offuscano e si abbassa la frequenza cardiaca. La sua dipendenza spinge ad assumerne una nuova dose appena finisce l'effetto della precedente ma, con l'uso frequente, le fasi di iniziale Benessere vengono sempre meno e si è costretti alla sua assunzione semplicemente per restare "normali".

Per questo motivo non è possibile allontanarsene, una volta entrati in contatto.

L'indagine rivela che anche l'uso di cannabis è in continuo incremento; lo spinello viene consumato quotidianamente da 75 mila ragazzi, con una percentuale maggiore degli uomini rispetto alle donne (30% contro 19%); ma le ragazze detengono il primato sull'uso degli psicofarmaci (12% contro 6%).

Deteriorante e preoccupante la nuova tendenza di fare uso contemporaneamente di psicofarmaci, droghe ed alcool, per potenziare gli effetti dello "sballo", un mix pericolosissimo che, a volte, può mostrarsi letale.

Il 5% degli intervistati ha, inoltre, dichiarato di fare uso di alcolici quotidianamente, in particolare birra e il 35% effettua almeno una volta al mese il fenomeno del binge drinking, bere cinque o più bicchieri di seguito, nell'arco di pochissimo tempo.

A questo punto, è nostro dovere chiederci il perché del dilagare di questo fenomeno.

Un motivo potrebbe ricercarsi nell'instabilità e nel forte disagio che la società attuale sta vivendo.

D'altronde, i giovani sono fragili e la mancanza di una guida adeguata, le scarse speranze per il futuro e l'attuale precarietà li spingono a rifugiarsi in situazioni che li trascinano, seppur momentaneamente, in una sorta di oblio indotto, un altrettanto pericoloso rifugio dalle loro paure.

E' innegabile che le attuali realtà educative si trovino in serie difficoltà. Parlano i fatti: siamo il paese con il più alto numero di studenti che abbandonano la scuola prima del tempo, il minor numero di laureati ed il tasso di disoccupazione più alto in Europa (fatta eccezione della Spagna).

E certo questi tristi esempi non aiutano; l'ideale sarebbe investire in progetti educativi che coinvolgano le nuove generazioni, ma probabilmente si tratta solo di mera utopia.