La chirurgia plastica, stando almeno a quanto ci raccontano gli specialisti, non è più ad esclusivo appannaggio dei benestanti, che tra una vacanza e l'altra decidono di farsi un ritocchino qua e uno là.

E' esplosa una vera e propria mania per la chirurgia estetica anche tra le classi non esattamente benestanti, quelle che solo qualche anno fa potevano guardare alle cliniche se non con il binocolo, quasi. Ne parliamo con il chirurgo estetico Camillo D'Antonio, specialista che opera a Napoli e che cercherà di raccontarci le ultime evoluzioni del mondo della chirurgia estetica e ricostruttiva.

Dott. Camillo D'Antonio, la chirurgia estetica è davvero finalmente un prodotto per le masse?

"Come è stato denunciato da me negli ultimi anni, tutti dovrebbero avere diritto a sentirsi più belli e in pace con se stessi. Non si tratta di un vezzo, né tantomeno di una vanità per chi non vuole cedere al giudizio inesorabile del tempo che passa. E finalmente possiamo dire che anche quello che, un po' volgarmente, è chiamato uomo comune, si è affacciato con decisione alla finestra della chirurgia estetica e ricostruttiva.

Non ne è la prova solo la nostra clientela, che è decisamente più variegata, per ceto e provenienza, ma anche il pullulare di forum nei quali si cercano opinioni, notizie su un determinato chirurgo, su un determinato intervento e sui costi da sostenere.

Starei un po' attento a parlare di autentica moda, ma i tempi sono sicuramente cambiati, e anche tanti insospettabili fanno ormai piccoli interventi di chirurgia estetica, dalla rinoplastica a interventi di chirurgia estetica anche più importanti".

E' il trionfo della società dell'immagine? Cosa ne pensa uno come lei, dott. Camillo D'Antonio, che ha il privilegio di guardare a questo mondo dall'interno?

"No, non parlerei di trionfo dell'immagine, ma della realizzazione che sentirsi in pace con il proprio corpo è una componente fondamentale dell'autostima di una persona e del suo equilibrio psicofisico. Il chirurgo estetico opera sì su quelli che potrebbero sembrare degli inutili vezzi, ma nel farlo restituisce al paziente un'immagine di se che è consona a restituirgli la tranquillità adeguata per ricostruirsi anche psicologicamente".

Si sente ormai sui giornali sempre più di frequente di pazienti che hanno curriculum operatori sicuramente troppo lunghi, esiste la dipendenza dalla chirurgia plastica?

"Ci sono sicuramente alcuni casi limite, pazienti che hanno già sostenuto un curriculum importante di operazioni, e che non sembrano voler porre fine alle visite e agli interventi dal chirurgo estetico. Non si tratta della normalità, e sono casi ai quali noi chirurghi prestiamo particolare attenzione, perché in rari casi potrebbero nascondere disagi più profondi, che secondo le opinioni dei colleghi e della mia, non possono essere risolti con la sola chirurgia plastica e ricostruttiva".

In che modo si sta trasformando, dott. Camillo D'Antonio, la chirurgia plastica per accogliere le domande di questo nuovo pubblico?

"Il campo in cui lavoro è un campo in costante evoluzione, che ci obbliga a un costante aggiornamento, sia per quanto riguarda le tecniche sia per quanto riguarda gli interventi. Negli ultimi anni si è lavorato molto sulla riduzione dei prezzi pur mantenendo, se non migliorando, la sicurezza e la buona riuscita degli interventi.

Cerchiamo ovviamente anche di avere un contatto più diretto con i nostri pazienti o potenziali pazienti. Un chirurgo plastico non può più operare in ambiti sociali ristretti, ma deve aprire un canale di comunicazione per incontrare anche chi potrebbe stare per avvicinarsi alla chirurgia plastica per la prima volta. Ad esempio io lo faccio attraverso la pagina Facebook Camillo D'Antonio, tramite la quale posso condividere opinioni, prezzi degli interventi e anche aiutare a dissipare i dubbi che da sempre accompagnano i pazienti che si avvicinano al nostro mondo".

E la crisi come si sposa con la Chirurgia Estetica? I ceti meno benestanti continuano a rivolgersi ai chirurghi estetici?

"Il rischio è ovviamente quello di vedere arrestato il processo di cui abbiamo parlato prima, un processo fatto di maggiore consapevolezza per il paziente della potenzialità della chirurgia plastica, un processo che una volta arrestato potrebbe costringerci a riconsiderare tutto quello che abbiamo guadagnato negli ultimi anni, in altre parole la convinzione che tutti hanno diritto a migliorarsi, e che per farlo possono passare, metaforicamente, sotto il nostro bisturi senza doversi vergognare di nulla.
Basta leggere i forum online per rendersi conto di quali sono le opinioni prevalenti nel campo: sono in molti che vorrebbero avvicinarsi, sono in molti a decidere di farsi trattare da un chirurgo plastico, e il problema non sono i prezzi, ma la vergogna che ancora, come ho denunciato sopra, continua purtroppo ad accompagnare molti durante il loro cammino verso un corpo che finalmente corrisponda a cosa si pensa di sè".