La depressione si puòcurare con terapie diremmo così non convenzionali?Stando ad un famoso studio di metanalisi (ClaudiaViedermann, Depressing News. Nature Reviews Neuroscience 9(4): 252, 2008) che stabilisce un’equivalenza fra le varieterapie di cura e la depressione lieve, si direbbe che forse non ladepressione tout court, ma la depressione lieve certamente si.



Ladepressione grave necessita di terapie farmacologiche drastiche,spesso un’associazione di più farmaci, che comprendeantidepressivi e antipsicotici insieme, ma la depressione definitalieve può forse essere curata con sistemi di cura meno aggressivi econ meno effetti collaterali.





Per quanto riguarda il versante dellemedicine alternative il panorama offre rimedi antichi (con un minimodi letteratura a sostegno) e rimedi fantasiosi a sfondo metafisicoche piacciono tanto ad una certa cultura new age.



La fitoterapia




I rimedi più antichi appartenenti allacategoria dei fitoterapici comprendono in primo luogo l’iperico,anche detta “erba di San Giovanni”. Un rimedio conosciuto sindall’antichità che sembra avere un meccanismo d’azione simile aquello degli SSRI, una classe di farmaci che agiscesui meccanismi di ricaptazione della serotonina.



Altro elemento interessante è la Rodhiola (Rodhiola Rosea),erba conosciuta da secoli dai popoli nordici, che sembrerebbe averel'effetto di aumentare le beta endorfine e stimolare l’azionedell’enzima catecol-O-metil-transferasi (COMT), un enzima checatabolizza metaboliti come la serotonina e dopamina, neuromediatoriche hanno un ruolo importante nella depressione,rendendoli disponibili in maggiore quantità nello spazio sinaptico.Per ultimo si potrebbe citare la Griffonia (Griffoniasimplicifolia), una pianta legnosa che cresce nelle zone umidetropicali.

La Griffonia contiene elevate quantità di5-idrossi-triptofano (5-http), un precursore della serotonina.



Nell’ambito della fitoterapia occorrecitare l’aromaterapia o per meglio dire la terapiaa base di oli essenziali, sostanze volatili ottenute da particolaritipi di piante con un procedimento di distillazione. Gli oliessenziali, contrariamente a quanto si pensa, non hanno un usoesclusivamente olfattivo, ma il loro utilizzo include tutte leapplicazioni: topica (massaggi, impacchi, applicazioni pure),inalatoria e orale.





Gli oli vengono suddivisi in base aparticolari “note” che rappresentano figurativamente il campo diazione dell’olio in questione.



Olio essenziale di Bergamotto
:“nota di testa", riduce gli stati di agitazione, ansia,confusione, depressione e paura. Se inalato, stando alle descrizioni,elimina i blocchi psicologici, riportando ottimismoe serenità.

Le note a volte si esprimono in termini miracolistici:il bergamotto renderebbe capaci di dare e ricevere amore, diirradiare felicità intorno a sé e curare gli altri.



Olio essenziale di Neroli
:“nota di cuore”, che dovrebbe agire sul riequilibrio del sistemanervoso, sul recupero delle energie dopo fatiche mentali e psichiche,sulla paura, disturbi d’ansia, la depressione, l'ipertensione, latachicardia, lo stress.



Olio essenziale di Cannella
. I suoieffetti vengono descritti con immagini colorite e cariche disuggestioni. Oltre a “riscaldare il cuore” e a donareun’avvolgente sensazione di “casa” (sic), sarebbe un validoaiuto nei casi di freddezza interiore, depressione, solitudine epaura.