In uno studio sponsorizzato dal sudcoreano Chonbuk National University Hospital, si stanno studiando gli effetti di un estratto di mate su soggetti obesi. Il mate (Ilex paraguariensis), comunemente chiamato anche té paraguanense, è una pianta sudamericana molto popolare per l'infuso che se ne ricava, frequentemente assunto dalle popolazioni locali in virtù del suo contenuto in caffeina.

Le proprietà della pianta che hanno indotto l'avvio di questo trial, correlate direttamente con l'obesità, sono molteplici. Il mate ha dimostrato, secondo precedenti studi, di ridurre il senso dell'appetito, di possedere attività coleretica ed eupeptica (quindi in grado di migliorare la digestione dei grassi), ipolipidemizzantee ipocolesterolizzante, anche grazie al suo contenuto in saponine, capaci di legare il colesterolo nel lume intestinale.

Lo studio prende in considerazione 30 soggetti fra i 19 e i 65 anni di età, di entrambi i sessi, con un valore di BMI (indice di massa corporea) compreso tra 25 e 35. Quindi persone in chiaro sovrappeso, ma non ancora a livello patologico.

I parametri sotto osservazione sono: le variazioni della massa di grasso corporeo ed addominale, e le variazioni nella composizione lipidica del sangue, vale a dire il colesterolo totale, i trigliceridi, gli acidi grassi liberi, le LDL (macromolecole che rilasciano colesterolo) e le HDL (macromolecole che sequestrano il colesterolo).

L'estratto di mate viene somministrato per 12 settimane in una quantità 3150 mg al giorno, quindi una quota importante.

La sperimentazione avviene in doppio cieco comparata con un placebo.

In attesa dei risultati ufficiali, si prevede un esito incoraggiante della sperimentazione, la quale suggerisce una possibile interazione del mate nella dieta, in modalità che potranno essere perfezionate dal medico a seconda del grado di obesità e della concomitanza con altre problematiche.