I primi miglioramenti dopo la cura a Brescia del 14 marzo, non si sono fatti attendere; il 17 marzo Sofia si è svegliata senza febbre, il termometro segnava 36,4, nessuna sofferenza sul suo viso e se ne stava con gli occhietti aperti, grazie al risultato anti infiammatorio delle staminali infuse per via endovenosa, che vanno a ostacolare la parte infiammatoria di patologie neurodegenerative, tra cui l'orribile leucodistrofico di Sofia.

Fino a qualche giorno fa, il risveglio della piccola Sofia era doloroso e lento, la bambina trascorreva parecchi minuti distesa in dormiveglia senza ottenere un totale risveglio, deplorando in preda ai 37-38 gradi di febbre. 

La mattina del 17 marzo, la temperatura corporea di Sofia è calata e il suo visino risultava rilassato e roseo, tanto che la mamma afferma che la figlia sembrava una fantastica mela matura, cosicchè mamma Caterina e papà Guido hanno camminato a lungo in giardino con la bambina che giaceva serena sul suo passeggino, al sole.

Tutto ciò non accadeva da oramai un mese e mezzo. Per mostrare se le cellule staminali infuse a Brescia recheranno esiti differenti dalla naturale componente anti infiammatoria, si dovrà aspettare all'incirca venti-trenta giorni.

Sofia per la prima volta evacua da sola, la pediatra della piccola afferma: "l'intestino della bambina funge una-due volte al giorno". Ricordiamo che il 20 gennaio, 40 giorni dopo l'infusione (del 10 dicembre) la pupilla interamente atrofica di Sofia riprendeva lentamente e fragilmente a opporsi alla luce. Sofia ora chiude gli occhietti al sole.