LaCommissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sullecause dei disavanzi sanitari regionali ha presentato la relazione conclusivadei lavori da essa svolti. Secondo quanto affermato dalla Commissione i casi dipresunta malasanità in Italia fra il 2009 e il 2012 sono stati complessivamente570, mentre sono 400 i casi in cui si è verificata lamorte del paziente. La relazione ha evidenziato che, nella maggior parte deicasi, le denunce per malasanità sfociano nella assoluzione dell'accusato.Secondo gli esperti della Commissione le responsabilità non sono da attribuiresolo ed esclusivamente agli operatori sanitari, ma deve prendersi atto spessoanche della presenza di strutture ospedaliere inadeguate.

Il numero deiprocedimenti penali per casi di presunta malasanità negli ultimi anni ha subitoun brusco incremento, ma il numero delle condanne è bassissimo e nel 40% deicasi prospettati il procedimento si chiude anzitempo con l'archiviazione.

LaCommissione ha inoltre messo in evidenza il fatto che le regioni che spendono di più sono quelle che hanno il numeromaggiore di denunce di casi di malasanità, ciò secondo gli esperti significa che spesso "le carenze nondipendono da una spesa inadeguata, ma da inefficienze interne al sistema".Aggiungiamo noi che non basta spendere molto per avere una buona sanità, ma ènecessario spendere bene, evitando gli sprechi. Sui 570 casi sottoposti amonitoraggio ben 117 si sono verificati in Sicilia,107 in Calabria, 63 nel Lazio, 37 in Campania, 36 in Emilia Romagna e Puglia,34 in Toscana e Lombardia, 29 in Veneto, 24 in Piemonte, 22 in Liguria, 8 inAbruzzo, 7 in Umbria, 4 nella Marche ed in Basilicata, 3 in Friuli VeneziaGiulia, 2 in Molise e Sardegna, 1 solo caso in Trentino Alto Adige.

Prendendoin esame il dato siciliano ci accorgiamo subito che in 84 dei 117 casi dipresunta malasanità evidenziati si è avuta la morte del paziente (nel 2011 erano stati 66), il che rende laSicilia la seconda regione con il più alto numero di morti sospette: in testala Calabria con 87 decessi su 107 casi segnalati. I dati delle due regioni "piùmeridionali" d'Italia sono certamente allarmanti, non fosse altro per il grossodivario rispetto alle altre realtà sanitarie regionali.

L'inchiestaparlamentare ha evidenziato che in particolare proprio in Sicilia si registra ancheuna grave situazione finanziaria nella maggior parte delle aziende sanitarielocali, le quali risultano essere complessivamente oggetto di un forteindebitamento: 12 su 17 hanno chiuso il bilancio in attivo (complessivamente 9milioni di euro), ma le altre 5 hanno tutte il bilancio in rosso e unapassività complessiva superiore a 33 milioni di euro.

La situazione più grave èquella della Azienda Sanitaria Provinciale di Messina con un passivo dibilancio pari a 17,4 milioni di euro, seguita da quella di Catania (6,5milioni) e da quella di Siracusa (4,3 milioni). In rosso anche il bilancio delPoliclinico di Catania (2,4 milioni di euro) e quello del Civico di Palermo(2,2 milioni).