Un po' a sorpresa, la procura di Bologna ha riaperto l'inchiesta, archiviata tempo fa, sui comportamenti omissivi di alcuni funzionari dello Stato. Marco Biagi, è stato ucciso nel lontano 2002, precisamente il 19 marzo, questo perché era senza alcuna scorta. Secondo gli ultimi argomenti, Scajola era a conoscenza che Biagi era in pericolo di vita. Il pm Antonello Gustapane ha richiesto la riapertura delle indagini, poiché in un'altra indagine sono stati ritrovati documenti di recente trasmessi a Bologna.

Attualmente queste carte, che potrebbero cambiare il destino di molte persone, sono in possesso di Luciano Zocchi, ex segretario di Scajola.

L'ex ministro, come ben sapete, la settimana scorsa è stato arrestato con l'accusa di latitanza a favore di Amedeo Matacena.

Nel 2002, il ministero dell'interno era proprio Scajola, che fece ritirare la scorta di Marco Biagi nonostante le sue continue richieste d'annullamento. Dopo l'omicidio fece discutere un famoso articolo scritto dal "Corriere della Sera", in cui riportava delle, presunte, parole del ministero: "A Bologna hanno colpito Biagi, che era senza scorta, ma se ci fosse stata ad oggi ne contavamo tre di morti".

Sicuramente ci troviamo davanti ad una palese contraddizione che ancora oggi ci lascia molti dubbi a riguardo. Inoltre, ci furono ennesime parole che scossero l'opinione pubblica: " Non fatemi parlare.

Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale: era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza". 

Intanto il colloqui nel carcere di Roma è durato ben quasi tre ore, Scajola sta bene cosi spiega il suo avvocato Giorgio Perroni. Venerdì prossimo, sarà interrogata la moglie di Matacena, la Signora Chiara Rizzo direttamente nel carcere di Reggio Calabria.