Prosegue incessantemente il dibattito in merito ad Amnistia e Indulto 2014: le ultime dichiarazioni rilasciate dal ministro Orlando in tema di detenute madri con figli al seguito fotografano l’ennesima emergenza sociale connessa al caso carceri, con oltre 2 donne su 3 in attesa di trasferimento presso gli Icam (Istituti a custodia attenuata per detenute madri).



Il tempo continua a trascorrere inesorabile e la deadline di fine maggio concessa all’Italia per arginare il fenomeno del sovraffollamento delle carceri sta per scadere; invece di iniziare a prendere seriamente in considerazione provvedimenti radicali quali Amnistia e Indulto 2014, l’universo politico italiano sta dando ancora una volta prova di un limitato spessore perdendosi in inutili polemiche su Berlusconi e sull'eventualità che anche lui fruisca dei possibili benefici allo studio.





Il cuore del problema consiste piuttosto nella vergogna di un paese che continua a trasgredire il diritto dei propri detenuti ad avere a che fare con un trattamento dignitoso della propria persona e non certo nella possibilità che alcuni individui piuttosto che altri siano interessati da questo o quel provvedimento. L’Europa continua intanto ad osservarci e di certo non starà ricavando impressioni positive.

Amnistia e Indulto 2014: Orlando atteso in Commissione Giustizia il 23 aprile, polemica su Berlusconi risibile, sanzioni UE sempre più vicine



Il 23 aprile prossimo il ministro Orlando è atteso in Commissione Giustizia dove esporrà le linee guida del governo Renzi in merito alla situazione delle carceri e alla riforma della giustizia: difficile che in quell’occasione si possano sentire le parole Amnistia e Indulto 2014, se non per escluderne la ratifica.



Il dibattito su Amnistia e Indulto 2014 ruota in concreto attorno a due posizioni differenti: da una parte chi ritiene che provvedimenti del genere siano forieri di soli benefici momentanei (basta considerare l’Indulto approvato nel 2006), dall’altra chi vorrebbe invece la ratifica di misure in grado di concedere benefici ai detenuti calibrandoli sul lungo periodo e non esclusivamente nell’immediato.



A dire il vero l’Italia avrebbe bisogno di risultati proprio nell’immediato, ecco che polemiche sterili e senza alcuna importanza (come quella sulla possibilità di non approvare i due provvedimenti per timore che Berlusconi possa beneficiarne) stonano e non poco con una situazione ormai divenuta gravissima.



Mentre la possibilità di subire pesanti sanzioni da parte dell’UE si fa sempre più concreta, il ministro Orlando ha comunicato i numeri relativi alle detenute donne con figli a carico in attesa di trovare accoglimento nei centri Icam, Istituti a custodia attenuata per detenute madri.



‘Nelle carceri italiane sono attualmente presenti 39 detenute madri con 40 bambini al seguito, di questi 11 madri e 12 figli sono detenuti nei centri Icam’ ha dichiarato al riguardo lo stesso ministro della giustizia Orlando, che ha parlato di due soli centri Icam attivi in Italia, uno a Milano e l’altro a Venezia.



‘Il primo è operativo dal 2007 e ospita attualmente sei detenute madri e sette bambini di età inferiore a tre anni - ha dichiarato il guardasigilli così come riportato da Public Policy - Il secondo è entrato in funzione nel luglio 2013 e ha una capienza di dodici madri con figli. Attualmente ospita cinque detenute madri ed altrettanti bambini, tutti al di sopra dei tre anni di età’.



‘Entro la fine di aprile sarà operativo l'Icam di Senorbì, Cagliari, che sarà in grado di ospitare sei detenute madri e un detenuto padre. Nelle restanti Regioni è in corso la realizzazione di diversi progetti per ristrutturare o acquisire edifici da destinare ad Icam per i quali occorrerà, comunque, verificare la disponibilità dei fondi per i necessari adeguamenti’ ha concluso il ministro.



La situazione è dunque difficilissima su più fronti, ed ogni misura paventata non prevede comunque il ricorso a provvedimenti generali quali Amnistia e Indulto 2014. A nulla valgono le condizioni disumane cui sono costretti i detenuti (spesso stipati in molto meno dei tre metri quadrati prescritti dalle norme internazionali), a nulla vale l’allarme sul numero di detenute donne con figli a carico in attesa di sistemazione, a nulla valgono i richiami dell’UE che potrebbe condannare l’Italia a pagare qualcosa come 100 milioni di euro l’anno.



E invece di prendere delle contromisure adeguate al livello di emergenza raggiunta, la nostra classe politica si permette di cimentarsi in riflessioni su quanto Amnistia e Indulto 2014 possano o meno giovare a Silvio Berlusconi.



Il tempo stringe e l’Italia rischia di pagare a carissimo prezzo la propria incompetenza.