Il testo del disegno di legge relativo alla riforma delle province (sinteticamente chiamato DDL Delrio) passa oggi all'esame dell'Aula del Senato, dopo che la maggioranza è stata battuta relativamente a due emendamenti durante la discussione in commissione Affari Costituzionali. Uno dei due emendamenti dell'opposizione approvati in commissione intende restituire alle province la competenza sull'edilizia scolastica.

Ora si passa alla discussione generale sul DDL Delrio ed al relativo voto nell'Aula del Senato. Anche su questo tema non è mancato il tweet del Presidente del Consiglio Matteo Renzi: "3000 politici smetteranno di ricevere una indennità dagli italiani. La volta buona". Ricorda Renzi di essere stato, non proprio tantissimi anni fa, uno dei migliori presidenti della provincia di Firenze?

Francesco Russo (PD), il relatore, ha dichiarato che "C'è stata un'ottima collaborazione che ha portato a un miglioramento del testo rispetto a quello della Camera", mentre per il ministro Mauro (Popolari Per l'Italia) si tratta di "un testo che non regge da un punto di vista costituzionale" e che fa acqua da tutte le parti. Il M5S ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità al testo, che è stata respinta con 115 "no", 112 "sì" ed un'astensione, che al Senato vale come voto contrario.

L'assenza dall'Aula di alcuni parlamentari di Forza Italia al momento del voto sulla pregiudiziale di costituzionalità ha provocato una polemia interna al partito. Se non fossero stati assenti, infatti, il DDL sarebbe stato bloccato. Paolo Romani, il capogruppo al Senato di Forza Italia, non ha mancato di manifestare il suo disappunto ai senatori del partito berlusconiano, subito dopo il voto.

Se il DDL Delrio non sarà approvato entro fine mese gli italiani dovranno votare per il rinnovo di 73 province, oltre che per il Parlamento Europeo, il prossimo 25 maggio, dato che proprio a fine marzo scatta l'indizione dei comizi elettorali. Il governo Monti, con un progetto de ministri Patroni Griffi e Cancellieri, aveva già provato a riformare le province tramite una riduzione del loro numero. L'esecutivo approvò allora un decreto in tal senso, ma nel luglio dello scorso anno la Corte Costituzionale bocciò il decreto legge, dato che non si può usare tale strumento legislativo se non per necessità ed urgenza.

L'Unione delle Province d'Italia ha presentato in questi giorni un dossier intitolato "Riformare le istituzioni locali: le cifre reali di un percorso", per dimostrare che la provincia è l'ente più economico. Intanto oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato il ricorso alla fiducia sul DDL Delrio e ciò ci fa capire quanto il governo Renzi tenga a questo riordino amministrativo, anche se già non mancano le polemiche sull'uso della fiducia per una riforma strutturale.