Il premier Renzi durante il discorso di chiusura del vertice Ue a Bruxelles ha confermato l'impegno dell'Italia di mantenere i vincoli di bilancio con l'Ue con il Fiscal Compact, di essere parte dell'Europa e di non sentirsi in sudditanza, sottolineando che le responsabilità da rispettare sono state sottoscritte e volute dagli italiani, e precisando che il debito del Paese, nonostante le politiche dell'austerity del governo Monti e Letta, è cresciuto a causa delle spese del fondo "Salva Stati" e del crollo del Pil.

Renzi ha annunciato anche di voler eliminare le Province e mandare a casa 3 mila politici senza più indennità, che comporterebbe un risparmio annuo di circa 2 miliardi di euro.

Il ddl Province presentato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Delrio in data odierna, nonostante il caos e la mancanza di maggioranza iniziale, è stato approvato al Senato con 160 voti favorevoli e 120 contrari, in attesa di passare alla Camera.

Il disegno di legge prevede non l'eliminazione delle Province ma una riforma delle competenze dell'ente sul territorio. Le giunte provinciali non saranno più elette dai cittadini, inoltre il testo prevede la costituzione di nove città metropolitane. Inoltre il premier ha sottolineato che entro 7 giorni sarà pronto il piano della "Spending Review 2014" di Cottarelli, dichiarando che nel taglio saranno colpite soltanto le pensioni d'oro.

Ad ogni modo, secondo i dati diffusi dall'Ansa, il piano del ministro Cottarelli, oltre a prevedere tagli di 6 miliardi di euro sui sussidi e sugli acquisti, ha come l'obiettivo una riforma delle PA, con l'apertura verso la mobilità o il pre pensionamento di 16 mila dipendenti pubblici in esubero, confermata invece la linea dura sul taglio e sul tetto degli stipendi dei manager e dirigenti pubblici.

In merito il premier, che a pochi giorni dal suo incarico si ritrova a dover tener unita e compatta una maggioranza tecnica, per effettuare le riforme urgenti ha replicato alla minaccia di Moretti, l'amministratore delegato di Trenitalia, di rassegnarsi e di iniziare a pagare anche lui una crisi prodotta da una politica miope e lontana dalle esigenze e interessi dei cittadini.