Giunge a conclusione la 'questione Gentile', la prima vera grana per il neonato governo Renzi, deflagrata da alcuni giorni. Il sottosegretario ai trasporti, espressione dell'Ncd di Angelino Alfano, si è infatti dimesso oggi, dopo aver tuttavia ribadito la propria completa estraneità alle accuse mossegli che, lui stesso puntualizza, non lo vedono indagato presso nessuna procura. Nonostante la difesa dell'Ncd, l'unico partito rimasto a difendere il sottosegretario, e pur avendo respinto con forza ogni addebito provando inizialmente una difesa ad oltranza, Gentile ha deciso in serata per le dimissioni, per tornare "a fare politica nelle istituzioni" e sul territorio.

La vicenda è relativa alle presunte pressioni esercitate da Gentile, per stoppare la pubblicazione da parte del giornale 'L'Ora della Calabria' di notizie riguardanti un'indagine giudiziaria in corso riguardante il figlio.

Da subito la bufera aveva travolto il sottosegretario, con lo stesso Pd a chiedere un passo indietro che liberasse il governo dagli imbarazzi e l'Ncd ad attaccare dichiarando di non accettare lezioni di moralità dai democratici. In serata, dopo l'ufficializzazione delle dimissioni appena annunciate, lo stesso Alfano ha sottolineato la correttezza istituzionale del gesto, giunto da una persona neppure sfiorata da un'indagine giudiziaria.

Gentile pone infine una sola richiesta: "Chiedo solo che si faccia luce su tutto e che chi ha inteso esprimere giudizi inaccettabili sulla mia persona si ravveda davanti alla verità terza e oggettiva che sarà scritta dai giudici, ma che è già ben presente nella mia coscienza"