Il decreto 146 soprannominato Svuotacarceri è stato convertito in legge ed è divenuto effettivo con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 febbraio. Il decreto varato di fretta per evitare ulteriori sanzioni dalla Comunità Europea sul sovraffollamento delle carceri italiane, in realtà è l'ennesimo indulto camuffato.

Per risolvere il problema sono stati abbuonati in pratica cinque mesi su dodici, in rapporto a un anno di pena, mentre lo sconto totale è di un anno e mezzo (contro i tre dell'indulto precedente); non ci sono più limiti alle richieste di misure alternative al carcere per i tossicodipendenti (prima era possibile beneficiare fino a un massimo di due volte).

La differenza sostanziale tra questo decreto trasformato in legge e l'indulto precedente, risiede nel fatto che se prima lo sconto di pena poteva essere revocato nel caso in cui il condannato avesse commesso un altro crimine nell'arco dei cinque anni successivi, ora lo sconto è irrevocabile.

Non solo complica il già farraginoso meccanismo della giustizia, creando un garante "indipendente" per i detenuti, che però di fatto dipende (per strutture e risorse) al Ministero di Giustizia, e obbliga, sempre per seguire le disposizioni della comunità europea, l'uso del braccialetto elettronico per gli arresti domiciliari con grandissimo dispendio di denaro pubblico senza risolvere il problema.