Il governo del Pd è stato sfiduciato da Matteo Renzi dello stesso PD, sembra un assurdità ma anche durante la rimpianta prima Repubblica accadeva spesso che un segretario di partito sfiduciasse un presidente del consiglio del suo stesso partito. Continua quindi l'apparentemente irrimediabile instabilità del nostro governo.

Con questa abile mossa politica di Renzi, che ambisce al più alto degli incarichi come i suoi oppositori dicono ormai da anni, si aprono infatti scenari incontrollabili. I cinquestelle si dicono indignati e minacciano di disertare le consultazioni "farsa" (a detta loro) del governo, e Beppe Grillo fa notare che le crisi di governo vanno "parlamentizzate" dal Presidente della Reppubblica come sancisce un decreto del 1991, ovvero che dovrebbe essere anche Napolitano a sfiduciare Letta e che, senza quel precedente passo, tutto il lavoro di questi giorni del governo perda di importanza.

C'è da dire che la direzione del partito (PD) ha approvato con 136 sì e 16 no la sfiducia di Letta, ma che Alfano si dice contrario, Civati pure e sottolinea che Renzi ha vinto solo le primarie del PD. In realtà ha perso le primarie elettorali contro Bersani ma ha poi vinto quelle interne al PD per il ruolo di segretario di partito. Si capisce chiaramente che l'elettorato viene escluso del tutto così dalle dinamiche che creano un governo. Casaleggio attacca proprio su questo quando dice che la sfiducia non può essere extraparlamentare. Nichi Vendola lo accusa direttamente di aver "comprato" tutti e si dichiara dell'opposizione, mentre Silvio Berlusconi fa sapere che si consulterà con Napolitano sul da farsi.

Sta per nascere il terzo governo non eletto dal popolo? La questione non è molto chiara ma stranamente dopo questa crisi di governo il rating dell'Italia è salito notevolmente in controtendenza con quello che accade di solito durante le crisi di governo.