Si è svolta oggi alla Camera dei Deputati la votazione della fiducia al governo Renzi. I lavori sono iniziati questa mattina alle ore 10 con ben 51 deputati iscritti a parlare nel dibattito.Nessuna grossa sorpresa si è verificata, la fiducia era in una botte di ferro vista la larga maggioranza che, dopo le consultazioni, ha deciso di sostenere il governo.

Civati e Fassina seppur con dei distinguo hanno deciso di votare la fiducia, il primo sottolineando il disagio su come si è venuto a formare l'esecutivo, il secondo dichiarando che la sua non è una fiducia in "bianco", ma da confermare dopo ogni singolo provvedimento.

Acclamati dall'emiciclo gli onorevoli Quintarelli e Bersani, reduci da una lunga convalescenza. Primo pensiero dell'ex leader Pd all'amico Enrico Letta.

Previsti i commenti molto negativi da parte del Movimento 5 Stelle che hanno sottolineato il conflitto di interessi da parte dei nuovi ministri Guidi e Poletti e l'inadeguatezza del nuovo Primo Ministro (è annunciata la sfiducia individuale nei prossimi giorni per i nuovi titolari dei dicasteri del Lavoro e Sviluppo Economico). Anche la Lega Nord ha usato parole di fuoco contro il governo (è intervenuto anche l'onorevole Bossi) e confermato il proprio no alla fiducia.

Analogamente, ma con toni più concilianti, hanno detto no alla fiducia i gruppi di Forza Italia, Sinistra Ecologia e Libertà e Fratelli d'Italia.

Fiducia piena da parte del Partito Democratico, Socialisti, Scelta Civica, Centro Democratico, Svp e Maie.

Il Presidente, parlando come di consueto a braccio, ha esordito evocando del suo primo ricordo relativo all'aula della Camera, ossia il giorno dell'elezione del Presidente Sandro Pertini. Ha ricordato la buona politica fatta dai Giorgio La Pira, Moro, Berlinguer e i momenti più bassi, per lui coincidenti con la strage di Capaci.

Ha ribadito il fatto che la "sua" generazione non ha più alibi, che è giunto il momento di agire, sottolineando tutti i rischi che comportano questo carico enorme di responsabilità.

Segnalando come l'Italia viaggi a velocità ridotta rispetto all'Europa che a sua volta vede correre il resto del mondo, si è "lanciato" nell'esposizione del programma di governo.

Occorre sfruttare l'opportunità del semestre europeo, inseguendo il progetto degli Stati Uniti d'Europa, riprendendo tutto quello di buono che può dare e non solo gli aspetti negativi, troppe volte enfatizzati in modo erroneo in quanto inesistenti. L'Italia non si fa dettare la linea ma deve esserne una guida.

Il Premier vuole affrontare i temi del lavoro, fisco e pubblica amministrazione oltre agli "inflazionati" temi su Senato ed Enti Locali. Argomento più caro però, come già affermato al Senato, è la pubblica istruzione e l'edilizia scolastica, proponendosi di investire già nell'estate 2014.

Si è scagliato contro le rendite di posizione, piaga della nostra nazione, causa dei tanti disoccupati, affermando che è necessario rivoluzionare il sistema esistente anche grazie a manager capaci come il neo ministro Poletti che ha voluto al suo fianco.

Semplificare e snellire la Pubblica Amministrazione per agevolare la vita dei cittadini, per eliminare ostacoli che rendono l'Italia seriamente in difficoltà nella concorrenza con gli altri Paesi è un altro degli obiettivi.

Dei 630 deputati chiamati al voto per la concessione della fiducia al Presidente del Consiglio sono assenti 31 aventi diritto. I votanti sono quindi 599, dei quali hanno votato 378 sì e 220 no, 1 astenuto. Il governo Renzi ora è realtà.