Il governo Renzi sembra essere sul punto di partire, forse già nel week end, nonostante la contrarietà degli italiani registrata dai sondaggi politici. Ma quali sono i partiti che appoggeranno e che garantiranno la maggioranza all'esecutivo guidato dal segretario del Partito Democratico? Alcuni dubbi, paradossalmente, riguardano proprio lo stesso Pd. Non perché, qualora un governo Renzi nascesse, il Pd gli farebbe mancare la fiducia, quanto perché è difficile capire cosa aspettarsi dai parlamentari democratici, in larghissima parte appartenenti a quella che oggi è la "minoranza Pd" - ma che era nettamente maggioranza quando il Parlamento si è insediato - e che hanno in Matteo Renzi un avversario, più che un leader.

Al di là dei rischi che il segretario corre dal suo stesso partito, l'idea alla base del governo Renzi è di trovare una maggioranza anche più solida di quella che finora ha appoggiato il governo Letta. In modo da avere i numeri necessari a rendere un'operazione, che già in partenza è altamente impopolare, almeno in grado di portare a termine le riforme che più premono al segretario del Pd: la nuova legge elettorale Italicum e la creazione del nuovo Senato.

Per ottenere questi risultati il governo Renzi punterà sull'appoggio al Senato (la maggioranza alla Camera è ampia e scontata) di Scelta Civica (che da tempo è insofferente nei confronti di Enrico Letta) e dei suoi otto senatori. Ai quali si aggiungono i 12 che dal partito di Monti si sono staccati e adesso militano in Per l'Italia.

31 voti arrivano anche dal Nuovo Centrodestra, 10 dalle autonomie, 4 dagli ex del Movimento 5 Stelle, 3 dalle Grandi Autonomie. Il che è sufficiente per arrivare ai 174 voti che assicuravano la maggioranza a Letta.

Il governo Renzi però dovrebbe poter allargare ulteriormente la maggioranza, soprattutto per mostrare che non si tratterà di un governo con il solo obiettivo di tirare a campare, ma qualcosa di più serio.

E da qui parte lo scouting per i delusi del Movimento 5 Stelle, che potrebbero arrivare ad appoggiare Renzi nell'ordine di non più di quattro senatori. Il vero obiettivo però sta nella conquista dei voti di Sel: l'ala più radicale, a cui appartiene lo stesso Vendola, non ne vuole sapere di governare con Renzi e con il Nuovo Centrodestra; ma c'è tutta un'area più riformista che non disdegna l'idea di entrare nel Pd e che potrebbe decidere di appoggiare Renzi.

Si parla di circa quattro senatori (su sette totali di Sel).

Tutto questo senza contare i voti di Forza Italia, che non darà la sua fiducia al nascente governo Renzi, ma che non dovrebbe tirarsi indietro quando ci sarà da votare le riforme di cui sopra, che sono state partorite dagli accordi tra lo stesso Renzi e Silvio Berlusconi.