La vera sorpresa di questa prima giornata di consultazioni per Matteo Renzi arriva dai senatori del gruppo Grandi Autonomie e Libertà di Palazzo Madama che abbozzano una timida apertura al Governo.

Il Gal, attraverso le parole del senatore Marco Ferrara, presidente del gruppo, ha affermato che "il gruppo ha al suo interno una certa dialettica e sarà sviluppata con attenzione nei prossimi giorni, una volta letto il programma e sentita l'illustrazione che il governo farà nelle Aule del Parlamento", insomma con un discorso giusto sarebbero pronti a dire "si" a Renzi.

Se arrivasse un voto favorevole da parte del gruppo di senatori, per la maggioranza eletti nelle file del Popolo della Libertà, questo farebbe pensare ad un allargamento a destra del primo Governo Renzi

Il Gal conta 11 senatori, uno in più rispetto a quei 10 del Pd che secondo Pippo Civati potrebbero non votare la fiducia a Renzi. Tra i senatori iscritti al Gal spicca anche l'ex ministro all'economia Giulio Tremonti, oltre a tre senatori campani eletti nel Pdl, ovvero Vincenzo D'Anna, Pietro Langella e Antonio Milo.

Spostamento a destra che trova un altro indizio nel secco "no" a sostenere la maggioranza da parte di Sinistra Ecologia e Libertà. Nichi Vendola a margine dell'incontro con Renzi ha ricordato che "questo governo ha la stessa forma di coalizione dei due precedenti, siamo indisponibili a partecipare o a contribuire alla nascita di un governo che si fondi sul compromesso tra parti di centro sinistra e destra".

Insomma per Sinistra Ecologia e Libertà le larghe intese sono una parte dei problemi dell'Italia e resteranno all'opposizione così come già fatto in occasione del Governo presieduto da Enrico Letta.