Bolognese e padre di due figli, Giuliano Poletti è il nuovo Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del Governo Renzi; a Poletti è certamente andato uno dei compiti più delicati, data la precaria situazione del comparto lavoro in Italia, con tutele ridotte all’osso e una configurazione ormai datata e incapace di adattarsi alle nuove regole del mercato dell’occupazione.



Giuliano Poletti ha alle spalle una formazione prettamente di Sinistra, considerata in particolare la lunga militanza nel PCI (dal 1982 al 1989 è stato Segretario della Federazione del Partito Comunista Italiano di Imola); dal 2002 è presidente della Legacoop e prima ancora ha lavorato per quasi vent’anni come tecnico agricolo.





Effettuata una breve descrizione, entriamo adesso più nel dettaglio cercando di comprendere verso che direzione si muoverà il nuovo responsabile del Welfare.

Chi è Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro del Governo Renzi - Welfare più efficiente e maggiori tutele

Buona parte del programma che Giuliano Poletti imposterà in qualità di Ministro del Lavoro è desumibile dalle sue stesse dichiarazioni, quelle che rilasciò nel 2013 in occasione delle consultazioni che avrebbero dovuto dar vita al Governo Bersani; in tema di contratti e tutele, il neo responsabile del Welfare sottolineò che le seconde andrebbero accresciute in un’ottica comunque di maggiore flessibilità e di riduzione delle penalizzazioni che attualmente ostacolano la crescita delle imprese più piccole e il progredire di quelle già avviate.



Ulteriori interventi andrebbero poi effettuati, stando sempre al Poletti pensiero, per rafforzare la cogestione aziendale e per edificare un sistema di welfare più efficiente e maggiormente improntato ad una sinergia tra pubblico e privato. A guidare la politica di rilascio degli incentivi dovrebbe invece essere una maggiore razionalizzazione delle risorse, il tutto dato che ‘non servono incentivi a pioggia, ma interventi messi a disposizione di chi investe in direzioni utili a rimettere in moto la crescita’.



Come ricordato in apertura, a Poletti toccherà uno dei compiti più delicati, considerata soprattutto l’importanza assegnata ad una riforma del mercato del lavoro dal nuovo Premier incaricato Matteo Renzi; la vera sfida per Giuliano Poletti starà nel riuscire a rinvenire il giusto mix tra flessibilità da una parte e tutele per i lavoratori dall’altra, il tutto all’interno di un sistema che metta il tessuto economico italiano nelle condizioni di poter competere con una realtà, quella europea, sempre più globale e globalizzata.



Il nuovo Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali dovrà poi affrontare anche la delicata questione rappresentata dalla riforma delle pensioni, con esodati, Quota 96, precoci e usuranti ad attendere ormai da mesi una risoluzione delle proprie vertenze.



La vera chiave starà nel ricercare le condizioni tali da consentire una sostenibilità del sistema previdenziale, lo stesso fine che a conti fatti guidò il Ministro Fornero nel suo ‘sfortunato’ tentativo di riforma del comparto.



Per non parlare poi del nodo rappresentato dalla disoccupazione, i cui elevatissimi tassi costituiscono ormai da anni uno dei nodi sociali più difficili da sciogliere; stesso discorso per la predisposizione di adeguati ammortizzatori sociali che va alimentata in un’ottica di proseguimento della strategia avviata ormai da alcuni anni dal legislatore in tema di diritto del lavoro, le cui norme vengono sempre più strutturate in un’ottica di messa a disposizione dei lavoratori di adeguati aiuti nell’intervallo di tempo tra un impiego e l’altro piuttosto che in una tutela ad ogni costo del posto di lavoro.



La parola che più d’ogni altra viene oggi pronunciata a riguardo in Europa è flexsecurity, che designa un sistema in grado di creare il giusto mix tra flessibilità, tutele per i lavoratori e politiche attive per l’occupazione. A Giuliano Poletti il compito di trovarne la concreta attuazione alla realtà italiana.