"Amnistia e indulto sono soltanto dei provvedimenti tampone che rinviano il problema del sovraffollamento carcerario". Lo ha detto oggi ai microfoni di "A Ciascuno Il Suo" su Radio 24 il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti.

"Amnistia e indulto non bastano", parla il superprocuratore antimafia

"Bisogna costruire nuove carceri degne di un Paese civile, amnistia e indulto non possono bastare", ha aggiunto il superprocuratore contro le cosche secondo il quale è "arduo ma necessario l'obiettivo del Governo Renzi di arrivare in pochi mesi a una revisione organica della giustizia".

Per il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti la riforma della giustizia è "prioritaria, perché un'efficiente risposta giudiziaria contribuisce anche alla ripresa economica".

Tra le misure "urgenti" in tema di giustizia Roberti ha indicato la "prescrizione", la legge sul voto di scambio che considera "essenziale" e la "costruzione di nuove carceri".

Rispondendo alla domande sulle polemiche legate alla mancata nomina a ministro della Giustizia del magistrato antimafia Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Roberti ha detto che si tratta di "polemiche sterili, la cosa migliore che può fare un magistrato - secondo il procuratore nazionale antimafia - è continuare a fare il magistrato".

Amnistia e indulto, confronto ministro della Giustizia - Radicali

Intanto il neo ministro della Giustizia del Governo Renzi, Andrea Orlando, del Partito democratico, è già al lavoro contro il sovraffollamento carceri considerando che entro maggio 2014 devono essere ristabilite condizioni umane e dignitose negli istituti penitenziari italiani alla luce della sentenza Torreggiani - sentenza "pilota" - della Corte europea dei diritti dell'uomo che impone all'Italia di rispettare i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione europea, pena pesanti sanzioni per "centinaia e centinaia di milioni di euro" come ha ricordato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante il suo recente intervento al Parlamento Europeo in cui è tornato ad auspicare i provvedimenti di amnistia e indulto già chiesti con il solenne messaggio alle Camere dello scorso 8 ottobre e finora rimasto inascoltato tra le proteste dei Radicali italiani che il ministro della Giustizia incontrerà nei prossimi giorni come annunciato dallo stesso Guardasigilli alla leader radicale Rita Bernardini.

"Carceri, organizzazione del sistema giudiziario e riforma del processo civile" sono le priorità per il nuovo ministro della Giustizia secondo il quale si tratta di "emergenze che sono il frutto di un sistema da cambiare".