La nuova Legge elettorale già presentata al Consiglio dei Ministri e in via di approvazione, l'Italicum, ha messo in subbuglio i piccoli partiti sopravvissuti fino ad ora con l'aggregamento alle grandi coalizioni. Il nuovo sistema elettorale, così come l'hanno creato il Segretario del Pd Matteo Renzi e l'ex Presidente Silvio Berlusconi, prevede uno sbarramento al 5% e saranno pochi i partitini che potranno raggiungerlo, compreso il Terzo Polo di Pier Ferdinando Casini.

Lo stesso Casini ha fatto sapere che intende mettere in soffitta il Terzo Polo, intendendo schierarsi con il centrodestra.

Ci sono due possibilità: o con il nuovo partito di Angelino Alfano, l'NCD, o ritornare come il figliol prodigo da Berlusconi con cui,forse, non si e ancora interrotta quell'amicizia e quel dialogo di correttezza che è intercorso sempre fra i due leader.

Casini ha sperato e ci ha creduto in questi ultimi sei anni di poter far rivivere la Balena Bianca, ovvero, la Democrazia Cristiana. Ci ha provato apparentandosi prima con Francesco Rutelli ed Enzo Bianco  e formando il nuovo partito della Margherita, poi con Gianfranco Fini di Futuro e Libertà e infine, alleandosi con Con Monti per L'Italia, ma i risultati sono stati poco soddisfacenti, tant'è che alle ultime elezioni politiche non hanno avuto i suffragi sperati.



Ora, Casini, visto che ha preso piede il terzo polo di Beppe Grillo, leader del Movimento Cinque Stelle, (M5S ), furbescamente sta tentando di rimanere in auge appoggiandosi a un partito che lo mantenga in vita per continuare a sedersi sui banchi di Montecitorio e perché no, ad ambire a una comoda poltrona, anche se va dicendo che a lui non interessa, ma solo a parole.

E' giusto che la nuova Legge elettorale, sempre che venga approvata altrimenti potrebbe cadere il governo,  debba cancellare le malefatte del Porcellum, in quanto, pur essendoci un vincitore, non permetteva di governare perchè chi aveva la maggioranza alla Camera (il vincitore ) non l'aveva al Senato. Ed è per questo che è nato per la prima volta un governo a larghe intese fra i due partiti antagonisti per fare quelle riforme che servono all'Italia per uscire da questa crisi.