Matteo Renzi, nei giorni scorsi, ha presentato il "JobsAct", un piano di lavoro per rilanciare l'economia del Bel Paese. Il piano formativo prevede un contratto unico per i dipendenti, una crescenza nelle tutele, la rappresentanza dei sindacati nei consigli di amministrazione di ogni azienda, un assegno universale per chi perde il lavoro con l'obbligo di seguire un qualsiasi corso di formazione e con la possibilità di non rifiutare più nessuna nuova proposta di lavoro.

Ma l'idea di Renzi fa discutere. Il primo che attacca il segretario del Partito Democratico è Angelino Alfano, capo del Nuovo Centro Destra, che afferma: "La proposta di Renzi è novecentesca. Il Partito Democratico abbia più coraggio e presenti proposte concrete ed adatte al presente". Inoltre, il NCD, rincara la dose e rilancia l'offerta, con Maurizio Sacconi che parla così: "Il piano che il Nuovo Centro Destra presenterà la settimana prossima a Letta si basa su quattro punti. Il primo è il superamento dell'articolo 18. Il secondo si basa sulla tassazione sul lavoro. Il terzo è quello di aiutare chi non lavora attraverso gli occupati. E il quarto è la generalizzazione dell'assicurazione obbligatoria".

In campo politico, però, lo scontro si basa anche sulla querelle sulle pensioni d'oro. A tal proposito, Giorgia Meloni, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei Deputati, spiega così la necessità di tagliare le pensioni d'oro: "Come pensioni d'oro riteniamo tutte quelle al di sopra dei 5 mila euro per le quali non sono stati versati i contributi necessari. E' un sopruso per i lavoratori onesti".