Era nell'aria: il là al rincaro delpedaggio autostradale annunciato solo qualche giorno fa dal ministroLupi durante la registrazione di una nota trasmissioneradiofonica, ha innescato da più parti una valanga di reazioni, dalneosegretario della Lega Salvini, che contesta le iniquitàterritoriali, al M5S, dai sindacati di categoria, per finireal Movimento dei Forconi.

Particolarmente delicata restainfatti la faccenda, se si guarda nella prospettiva dell'ancora pocodecifrato movimento autonomo dei Forconi, che ha fatto già sapere atal riguardo la volontà di riprendere nel minor tempo possibile (c'èchi sostiene addirittura a partire dalla giornata di oggi) presidi,blocchi autostradali e manifestazioni di piazza.

La scelta delgoverno di dar vita ad uno nuovo piano di rincari dei prezzi alconsumo, e in particolare quelli necessari all'attività ditrasporto, a ben vedere, va infatti esattamente nella direzioneopposta di quanto richiesto dagli stessi manifestanti durante i primipresidi di dicembre, nati per l'appunto per ottenere unalleggerimento della pressione fiscale complessiva, così come unariduzione dei prezzi della benzina e del pedaggio. Per la stessaragione c'è ora chi è pronto a scommettere che l'ennesimo rialzodel costo della vita avrà ricadute inevitabili e qualitativamenterilevanti nell'intensità delle prossime manifestazioni di protesta.

Ma come si è detto, i Forconi ora non sono più soli: anche ilCarroccio avrebbe indetto per oggi picchettaggi e variemanifestazioni di disobbedienza civile da inscenare pressoquasi tutti gli ingressi autostradali del Nord, secondo il segretarioSalvini, duramente danneggiato dalle scelte del governo, che perrisparmiare il Mezzogiorno ha gravato sulle spalle dei contribuentisettentrionali tutto il peso del rincaro dei servizi delleautostrade.

A ciò si aggiungano le proteste di Fita-Cna,Unatras e altri sindacati di categoria dei trasportatori cheminacciano ora di arrivare ad un "fermo selettivo",ossia offrire ai propri iscritti la piena libertà di bloccare coni propri tir tratte autostradali (specie in Veneto e Abruzzo, dove irincari sono stari rilevanti). Questa eventuale discesa in piazza deicamionisti, è ovvio, darebbe nuovo slancio al movimento dei Forconi,con effetti al momento del tutto imprevedibili: non a caso in Veneto,dove il movimento è più radicato, si assistono alle prime proved'intesa con le associazioni di trasportatori.

E il governo? Come siè detto già in passato, nella stessa giornata in cui Lupi haannunciato il rincaro del pedaggio autostradale, ha analogamenteavanzato la proposta di arrivare ad un piano di abbonamenti perautomobilisti che possa compensare in qualche modo i tanti rialzidei prezzi che in questo anno solare si conosceranno.

Parallelamentea questo, il governo promette di impegnarsi a dar vita ad un piano diriforme che arrivi a modernizzare l'attuale sistema diconcessioni per appalti e servizi di manutenzione cheinteressa la rete autostradale d'Italia, ormai obsoleto, e causa ditroppi sprechi che in quanto tale poi ricadono sui prezzi deiservizi. Basterà a placare l'onda rabbiosa dei Forconi?