La Giustizia italiana lumaca ci ha messo quattro anni per contare qualche migliaia di voti, annullando le elezioni in Piemonte dove il Governatore Cota (lega Nord) aveva vinto con una differenza esigua di poche migliaia di voti. Il Tar le ha annullate e ora è tutto da rifare e tutti a casa, per ritornare a votare prima della scadenza naturale del 2015.

Tutto gira in torno alla lista dei Pensionati Per Cota, di Michele Giovine, per decidere se è legittima; Giovine è stato condannato con pena definitiva a due anni e otto mesi. Lista che venne ammessa con delle false firme e perciò ritenuta nulla.

Ora, la Corte dei Conti che si trova già con i faldoni in mano relativi ai rimborsi esagerati dei vari gruppi, ha un'altra gatta da pelare, quella sul danno erariale delle elezioni bis. Intanto, il Governatore Cota ha fatto ricorso al Consiglio di Stato e la sospensiva dovrebbe essere discussa nel giro di pochi giorni, ma per arrivare a una decisione definitiva potrebbero passare anche dei mesi.

La gente si indigna tanto per lo spreco delle Regioni e ora deve anche indignarsi  per quanto può venire a costare questo ritardo all'economia piemontese; inoltre, al costo delle nuove elezioni, per cui, a pagare sarà sempre pantalone. A proposito, c'è un'altra cosa da dire: ci sarà qualcuno che pagherà per questa vicenda, per le lungaggini e le lentezze ?

Nessuno pagherà e nessun Presidente del Tar verrà trasferito magari in Sardegna a fare il Giudice di Pace o con una retrocessione a Cancelliere.

Questi sono purtroppo i limiti della nostra Giustizia che a sua volta s'indigna quando qualche politico  vorrebbe proporre la riforma della Giustizia, per cui, se ne parla da decenni ed è ancora giacente  in qualche cassetto e chissà se mai si farà.