Nelle carceri italiane c'è veramente di tutto: dai tossicodipendenti,ai ladri e agli spacciatori che costituiscono il 37,4 % della popolazione detenutaper un totale di 23.923 persone.

Si tratta di un numero molto elevato e, mettendolo aconfronto con i dati registrati negli altri paesi dell'Unione Europea, l'Italiasi piazza tra i primi posti per quanto riguarda il sovraffollamento dellecarceri. Ad aggravare ancora di più la situazione, sono gli stranieri detenutinel territorio italiano che costituiscono il 35% registrando un totale di 22.434detenuti.

In Campania, per esempio, la percentuale giunge fino al 49,6 %, inCalabria tocca la soglia 49,5 %, in Liguria si registra una percentuale del43,1 %, in Puglia una percentuale del 41,5 %, mentre nella regione Lazio, lapercentuale dei detenuti raggiunge il 41,7 %. Secondo tali stime, sono queste,infatti le regioni con più detenuti nelle carceri.

Una minima percentuale viene costituita dalle donne, ovvero il4,4 % per un totale di circa 2.789 persone di sesso femminile con condanneinferiori a 3 anni. A contribuire in maniera particolare al cosiddetto sovraffollamentocarcerario, è anche la presenza di detenuti che scontano una pena inferiore adun anno per reati di scarsa rilevanza in materia penale che costituiscono il23,8 % dei tossicodipendenti e l6,4 % per i ladri di polli.

Da non dimenticare leattività svolte dai detenuti durante la loro permanenza in carcere. Durante il2013, infatti circa 2.989 detenuti hanno frequentato i 251 corsi promossiappositamente, mentre 1.266 hanno intrapreso l'attività lavorativa al di fuoridella vita carceraria in regime di semilibertà.

Per risanare la situazione, l'attuale Piano Carceri, prevedela costruzione di strutture penitenziarie utilizzando una spesa di 468 milionidi euro e il completamento dei lavori già avviati.

Tali interventi, dovrebberoportare alla creazione di un totale di 12.324 posti fino al 2016. "Dalle misuresulle carceri italiane non ci sono in nessun modo elementi di pericolosità peri cittadini"- afferma il Premier Letta. Sui tavoli del Governo, intanto, ègiunto il nuovo decreto legge cheprevede una riduzione dei tempi dei processi così da poter rendere veloci leprocedure.

Per esempio, per i processi più semplici, il giudice potràutilizzare una formula semplificata che permetterà una riduzione dei processida tre ad un anno.

Sono stati giorni molto impegnativi per il Governo vista lanotevole urgenza nella risoluzione della questione. "Non possiamo permettercidi perdere altro tempo"- ha commentato il ministro della Giustizia Anna MariaCancellieri.