Una volta si diceva che i figli sono un dono. Il dono, si sa, è qualcosa di bello perché inaspettato. Cosa c'è di più esaltante dello scartare un pacco senza sapere cosa ci sia dentro? E quale migliore segno d'amore di un regalo inatteso? I nostri nonni questa gioia hanno potuto pregustarla: la vita vissuta giorno per giorno, senza troppe pianificazioni. L'amore che convola a giuste nozze nell'imprevedibilità di un futuro spesso diverso da come ce lo si immagina.

Con la liberalizzazione sessuale di sessantottiana memoria i figli sono stati esclusi da questo processo d'amore, imprevedibile, sempre nuovo, costantemente dono.

L'utilizzo delle tecnologie procreative ha sdoganato la vita dal sesso quando già il sesso era stato sdoganato dall'amore. I figli non più, dunque, un dono, ma il frutto di una pianificazione senza sorprese, possibilmente scelti da gameti sani, senza difetti genetici. Anche in Italia oggi, dopo il pronunciamento di incostituzionalità della legge 40, i figli, con la fecondazione eterologa [VIDEO],  si potranno comprare. Senza spese aggiuntive per un viaggio all'estero dove questa "conquista" è stata fatta da anni.

L'Italia si rimette al passo dei tempi, abbandona la visione romantica della vita come un dono, una sorpresa, un evento inatteso, per correre verso il pragmatismo della produttività e della perfezione.

Un tempo le coppie che non potevano avere figli si rivolgevano all'istituto dell'adozione e i figli venivano accettati così come erano, perché altro da noi. Oggi il figlio diventa un possesso, un diritto e se non viene lo si programma, lo si acquista. Con tutti i rischi che un domani comporterà il suo desiderio di sapere da dove viene, chi sono il padre o la madre naturali.

Cosa accadrà quando saprà che sono dei semplici donatori di gameti che hanno in alcuni casi venduto il proprio seme e che di lui o di lei non vogliono saperne nulla?

Già oggi la questione della privacy nei casi di adozione porta con sé una serie di complessità psicologiche da affrontare con prudenza. Cosa accadrà domani?