C'era una volta un grande campione di F1, Ayrton Senna, poi uno schianto se lo è portato via. Ci è rimasto il suo mito, il suo ricordo, le sue performance spettacolari in pista, il suo sorriso triste.

Era il 1 maggio 1994, circuito di Imola, quando la Williams guidata da Ayrton Senna si scaraventò ad una folle velocità contro la curva del Tamburello, per la rottura del piantone dello sterzo, alle 14,17, durante una corsa che non si doveva correre, dopo il ferimento di Rubens Barrichello nelle prove del venerdì e la morte di Roland Ratzenberger in quelle del sabato.

Il mito, l'eroe, dopo lo schianto, dimostrò tutta la sua umana mortalità e nonostante tutti i tentativi di rianimazione Ayrton Senna morì nell'ospedale di Bologna poco dopo le 18 di quello stesso giorno. Ma non morì mai del tutto: nella memoria del mondo della Formula 1 il suo ricordo è rimasto sempre, soprattutto per i milioni di persone di persone che ne fecero il proprio eroe quando era in vita e il proprio idolo dopo la morte.

Come dimenticare la sua rivalità con Alain Prost quando entrambi piloti della McLaren si contendevano il titolo mondiale? Come dimenticare le performance di Senna sul bagnato dove dava il meglio di sé?

Ayrton Senna è stato da sempre considerato uno dei piloti di Formula 1 più forti di tutti i tempi, un campione assoluto che ha entusiasmato i fans con le sue imprese al limite dell'impossibile sfidando continuamente la sua monoposto e sé stesso cercando di spingersi sempre al limite.

La Formula 1 ancora piange il suo campione, io piango ancora il mio campione, dopo 20 anni ancora non riesco a guardare un Gran Premio di Formula 1 dopo quel maledetto GP di Imola di 20 anni fa. Non potrei mai più seguire, tifare, entusiasmarmi allo stesso modo per nessun altro pilota perchè Senna non era soltanto colui che guidava la sua monoposto, era quello che lo faceva con l'anima e il cuore, e vedere il suo casco giallo, con i caldi colori della bandiera brasiliana spuntare dall'abitacolo della sua monoposto mi dava un senso di gioia che nessun altra scena di un GP potrebbe darmi. Non è un addio campione, nel mio cuore vivrai per sempre, così come in quello di milioni di altri fans.