Nel mese di maggio del 2014 la busta paga dei lavoratori italiani sarà più pesante. Lo ha promesso il Premier Matteo Renzi nel giocarsi tutto, a partire dalla credibilità politica, e nell'andare ora un po' a rastrellare, ed un po' a raschiare dal fondo del barile i 10 miliardi di euro che servono per rispettare gli impegni di Governo presi.



I Sindacati nel complesso sono soddisfatti delle buone intenzioni del Premier Renzi di abbassare finalmente la pressione fiscale a carico dei lavoratori, ma nello stesso tempo hanno apertamente chiesto a Matteo Renzi di valutare anche interventi a favore dei pensionati.





Da qualche giorno a questa parte però monta la protesta sui social network da parte di chi dal taglio delle tasse rimarrà escluso. Ci riferiamo in particolare ai lavoratori a partita Iva senza dipendenti ed ai disoccupati.



Questi ultimi di certo avrebbero preferito che i 10 miliardi di euro fossero spesi per andare finalmente ad istituire il cosiddetto reddito di cittadinanza o reddito minimo garantito che dir si voglia. Questo perché molti degli italiani che a causa della crisi hanno perso il lavoro sono giovani e non hanno accesso agli ammortizzatori sociali.

Giorgio Merletti, il Presidente di Confartigianato, ha fatto non a caso presente come sia inaccettabile l'esclusione dei lavoratori autonomi dal provvedimento di riduzione delle tasse, così come la misura relativa alla riduzione dell'Irap del 10% rischia di essere ininfluente per i due terzi del sistema imprenditoriale.