Una doverosa premessa. Nel 1993 fu fatto un referendum per decidere in merito all'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti. Il 90,3% dei votanti ne decretò l'abolizione. Allora i partiti ci presero in giro con un gioco meschino (che ci ricorda il gioco delle tre carte) modificando la formula: chiamarono l'esproprio dei soldi ai cittadini non più finanziamento, lo ribattezzarono "rimborso spese" e ci portarono via ancor più soldi, ben 2,7 miliardi di euro tolti dalle tasche degli italiani dopo quel referendum!

In barba ai disoccupati, ai cassaintegrati, agli esodati, ai sottoccupati, ai pensionati al limite della sopravvivenza, a coloro che hanno cessato la loro attività (uccisi da una crisi incontrollabile) essendo prossimi alla pensione ed invece si son visti allungare di 4/5 anni i tempi per la pensione.

Quante cose avremmo potuto mettere a posto con quei soldi?

Stop ai finanziamenti: ma non subito e con un alto costo per gli italiani!

Giusto per far pagare ancora agli italiani un po' di soldi, (bisognava punirli essendo stati così cattivi con i partiti politici in occasione del referendum del 1993) si son presi altri tre anni e poi si son cautelati comunque anche per gli anni a venire. Lo spostare, ancora una volta contro il parere unanime degli italiani, la fine del finanziamento ai partiti ci costerà ben oltre 150 milioni di euro così suddivisi: 68,5 milioni nel 2014, 45 milioni nel 2015, 20,7 milioni nel 2016; ulteriori 9 milioni di euro nel 2014, 7,5 milioni di euro nel 2015 e 6 milioni di euro nel 2016 si sommeranno per l'attribuzione di tariffe postali agevolate ai partiti, per l'applicazione del 2x1000 sulle dichiarazioni dei redditi, e per pagare la cassa integrazione ai dipendenti dei partiti per i prossimi tre anni.

Insomma i cittadini per veder riconosciuta la loro volontà espressa in un referendum fatto nel lontano 1993, ben oltre vent'anni fa, debbono ancora farsi mettere le mani nelle tasche dai politici. Poi non si lamentino di aver perso il rispetto da parte dei cittadini! Una parte delle tasse che pagheremo nei prossimi tre anni, serviranno proprio per mantenere altri tre anni i partiti politici le loro folli spese.