I dibattiti mediaticidegli ultimi mesi sulla crisi economica e sulle iniziative governative daintraprendere o intraprese con leggi e leggine varie, mi hanno indotto areperire dati certi su cui formare una valutazione reale dello status economicodell'Italia, avulso dalle opinioni giornalistiche e pseudopolitiche. Dai datiresi disponibili dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economiaemerge, nel 2013 (riferiti a settembre 2013) rispetto al 2012, quanto segue:

  • -€ 6,78miliardi di gettito IVA;
  • +€ 4,831 miliardi gettito IRPEF;
  • -€ 7,58 miliardi gettito IRES;
  • +€ 3.24 miliardi gettito altre imposte dirette;
  • +€ 3,45 miliardi gettito altre imposte indirette(accise);
  • -€ 3,33 miliardi saldo gettito imposte indirette;

Complessivamente lariduzione di entrate per le imposte è di 7,58+3,33=10,91 miliardi coperti inparte con € 4,83 miliardi di gettito IRPEF e € 3,24 miliardi di altre impostedirette, con un saldo negativo di € 2,91 miliardi.

La riduzione (presuntiva) diintroito IVA è del 6%(riduzione consumi del 6%) corrispondente a € 6,78miliardi.

Dai dati relativi alle partite IVA si deduce che: la diminuzione delnumero di società operanti nel 2013 è del 24% e la riduzione presuntadell'imposta versata dalle società è di € 7,58 miliardi pari al 21% del totaleIRES del 2012. La diminuzione delgettito è quindi imputabile "in toto" alla riduzione del numero di società operantimentre la differenza rimanente è da attribuire ad un inasprimento dellafiscalità. Secondo dati definitivi del 2011 la composizione dell'insieme deicontribuenti è la seguente: 34% pensionati, 48,7% lavoratori dipendenti, 1,5 %autonomi, 3,8 % imprenditori,1,4 % lavoratori autonomi abituali, 10,6%percettori di reddito di altro tipo .Considerando che nel 2013 c'è stata unariduzione delle partite iva del 23%, èpresumibile che la quota di contribuenti imprenditori+autonomi si sia ridottaal 5,16%.

Quindi l'incremento delle imposte dirette è stato assorbito per € 6,67miliardi dai lavoratori dipendenti e pensionati e € 0,416 miliardi daimprenditori e lavoratori autonomi. L'incremento del prelievo fiscale diretto (4,2%) ha prodotto una riduzione dei consumi superiore alla diminuzione di disponibilitàdi capitale in quanto c'è stato contemporaneamente un aumento delle accise ingenere del 4,2%.

Tenendo conto che, tra il 2011 e il 2012 ( incremento IVA al21%), c'è stata una riduzione del gettito IVA pari a 1,9% (riduzione deiconsumi), è evidente che la strategia di recuperare denaro dal consumo non consente allo Stato diottenere il gettito ipotizzato cherichiederà ulteriori manovre.

Quindi la mancata introitazione di denaro è statascaricata per il 50% sulle persone fisiche e per il 23% sulle accise (che colpiscono indirettamente anche le personefisiche), la restante parte coperta con altri risparmi di spesa.

Per quanto concerne latassazione delle società nel 2011 le società erano 144.361 e nel 2012 134.411con una riduzione del 7%. La tassazione media sull'IRES versata è passata dal25% del 2011 al 27,2% del 2012 riducendosi ancora nel 2013.Nonostantel'incremento della pressione fiscale, nel 2013 c'è stata una riduzione delgettito IRES di € 7,58 miliardi. Nel 2013 le società di persone sono diminuitea 28.180 (- 13.470) e le società di capitali a 72.325 (-18.398). Dunque unincremento della tassazione diretta ha prodotto negli ultimi due anni unariduzione progressiva del gettito delle imposte dirette che ha condotto lapersona fisica a spendere solo per i generi necessari al sostentamento.

Lapresumibile ulteriore riduzione del gettito IVA non può essere quindi compensatacon altri incrementi della tassazione diretta perché si reprimerebberoulteriormente i consumi.

Quindi le scelte politiche da operare devonodiscendere da un'attenta lettura di questi dati e solo dopo una correttavalutazione di questi ultimi potrà essere individuata una idonea strategia diimpatto con la crisi.