Il 12 febbraio è stato un giorno memorabile per Daniele Farina (Sel e storicamente vicino al Leoncavallo), che ha in parte vinto la sua battaglia, dato che da anni si batte per la legalizzazione delle droghe leggere. La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato incostituzionale la Fini-Giovanardi, illegittima perché inserita con un emendamento, in fase di conversione, all'interno del decreto sulle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, totalmente estraneo.

Torna in vigore quindi la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti e la legge Iervolino-Vassalli ma si dovrà tenere conto anche del referendum indetto da Marco Pannella nel 1993: per le droghe leggere le pene sono ridotte da 6 mesi a 6 anni di carcere, per quelle pesanti si prevedono dagli 8 ai 20 anni di reclusione.

Il referendum sancì la volontà di attribuire al giudice la "discrezionalità nel distinguere tra consumo e spaccio non sulla base diimpossibili criteri oggettivi, ma sulla base della condizione soggettivadell'imputato. Il referendum ha dunque consentito a molte persone (non sono ingrado di quantificarle, ma direi nell'ordine delle migliaia) di evitare ilcarcere", come disse Marco Cappato del Partito Radicale.

Un altro dei problemi potrebbe derivare dalla vecchia tabella sulle dosi massime consentite come uso personale, che nel caso della Fini-Giovanardi erano elevate rispetto alla vecchia tabella. Si tratta più di una ridefinizione del crimine e non di un abolitio criminis ma per capire il reale impatto che potrà avere bisognerà aspettare di leggere con attenzione le motivazioni della Consulta, che verranno depositate nelle prossime settimane dal giudice Marta Cartabia.

Si dimostrerà l'Italia  in grado di ridefinire il sistema giudiziario? I consumatori saranno finalmente tutelati o si farà un'altra legge come quella appena abrogata, rimasta in vigore per quasi otto anni?