Lapolitica italiana è in grosso fermento. Dalle tensioni all'internodel PD, si passa ai dictat della nuova F.I., dallecontroversie interne a Scelta civica alle preoccupazioni delNuovo Centro Destra, dalle invettive di Grillo alle pressanti richieste di SEL, fino ad arrivare alla più volte reiterataidea dell'indipendenza della Padania da parte della Lega. Ecosì via con gli alti bassi dei partiti minori. Non c'èpace per noi cittadini, non ci sono certezze. Questo statoconfusionale genera tensioni diffuse.

La politica italiana deveriacquistare credibilità, non disaffezione.

A causa diquesta precarietà, gli accordi fatti ieri, non valgono oggi. Tuttivogliono tutto. Si veda l'accordo fatto per la legge elettorale.Quello che sembrava certezza ieri, oggi non lo è. I malumori, lerichieste, gli anatemi, hanno fatto sì che l'iter parlamentare della riforma elettorale subisse una variazione nelle date fissate. Il suoiter parlamentare, infatti, in un primo momento fissato per il 27gennaio slitta al 29, ed il voto previsto tra il 30 e il 31.

Quali le prospettive

Moltisono coloro che dicono no alle liste bloccate, c'è chichiede di alzare la soglia del premio di maggioranza e di abbassarela soglia dell'8 per cento per le forze coalizzate.Ilsegretario delPD MatteoRenzisi dimostra disponibile amodifiche, purchè condivise e diffuse, siasulla soglia del 5% siaanche su quella dell'8.

Tuttavia il "messaggio" più importanteinviatoda Renzi è peri potenzialifranchitiratori:"Se faranno fallire la riforma elettorale... Allora la stradadella legislatura sarà in salita, non affosseranno la leggeelettorale ma anche la legislatura" afferma,lasciando intendere chese cade il governoLetta cisono leurnee non un semplicerimpasto.