Controllarela produzione e la vendita della cannabis senza più osteggiarla sarebbe una forma efficace per colpire il narcotrafficomafioso, oltretutto, il monopolio statale della cannabis renderebbe la marijuana assai simile ad una risorsacon la possibilità di creare lavoro e tasse sul suo consumo e vendita.

Occorre fare due conti per dire questo. Leultime stime sul numero d'italiani che consumano(regolarmente) marijuana parlano di circa 4,5 milioni di consumatori abituali.Questo numero è ovviamente votato al ribasso (nei test anonimil'italiano medio tende a mentire).

Numeri piùveritieri sarebbero di 5-6 milioni.

Addurittura,secondo il World Drug Report delle Nazioni Unite, siamo il Paese dove si consuma piùcannabis in assoluto.

Seognuno di questi 5 milioni settimanalmente acquistasse per 8 euro (prezzo medio) un grammo di 'ganja', i numeri si fanno importanti. In un anno ognuna di queste persone consegnerebbealla mafia un totale di 416 euro (8 eurox 52 settimane) che moltiplicato per tutti i 5 mln di consumatori darebbe cometotale più di due miliardi di euro. Ecco perché unaeventuale legalizzazione colpirebbe la criminalità.

Perquanto riguarda l'introito fiscale, l'università la Sapienza ha calcolato chesarebbe possibile riscuotere fino ai 7 miliardi di euro dalle imposte su licenze e vendite ed altri 0,5 miliardi dalle imposte sul reddito.

Ovviamentesi arriverebbe a queste stime se la cannabis fosse venduta ad un prezzoleggermente più alto di quella mafiosa (si parla di 10-12 euro al grammo) macon un aumento significativo della qualità.

Altreconseguenze sarebbero unasensibile riduzione dei costiprocessuali e assistenziali dello Stato (per possessi inferiori al grammo)e la conseguente diminuzione dalle carceri dei cosiddetti piccoli spacciatori (cheattualmente sono circa 9000).

Il risparmio generale toccherebbe anche l'amministrazionecarceraria e le spese statali (fino ad oggi infruttuose) per contrastarne iltraffico.

Importante è anche l'effetto positivo che i principi dellamarijuana hanno su certe infermità (quali la sclerosi multipla) e sulle sue capacità di diversificarsi ai più diversi utilizzi.

La canapa può, infatti, essere impiegata perprodurr: tessuti (lapianta di canapa è più produttiva in fibra tessile del cotone e necessita dimeno pesticidi e fertilizzanti), semi riccamente proteici, oli con grassiinsaturi, diversi materiali (carta e plastica bio) ed anche combustibili (a partire dalle biomasse).

Oltretutto, la possibilita di convertire una pena con un lavoro pubblicorappresenterebbe l'opportunità di creare nuovi posti di lavoro nellacoltivazione e nella vendita. Che in tempi dicrisi non guasterebbe affatto.