Paolo Ruffini ha elaborato un remake del film spagnolo campione di incassi nel 2009 "Fuga de cerebros", di Fernando Gonzalèz.

La storia, semplice e prevedibile, è incentrata sull'amore che Emilio prova nei confronti della bella Nadia, conosciuta durante l'infanzia. Il giovane è timido ed insicuro, ha un solo gruppo di amici con i quali condivide idiozie e disavventure. Emilio continua a seguire da lontano la vita di Nadia e si iscrive alla sua stessa facoltà. La ragazza, brillante studentessa,  si prepara al trasferimento ad Oxford. E' qui che inizia l'avventura, Emilio viene convinto dal suo gruppo di amici a falsificare i documenti scolastici e raggiungerla.

Il  livello di recitazione non è dei migliori, la comicità è rozza e volgare. Il film è deludente, tuttavia rappresenta perfettamente la popolazione italiana e il modo in cui ci vedono gli altri Paesi.

All'anteprima di Torino è stato il pubblico a sorprendere. Risate fragorose nella visione di scene dolorose, seppur interpretate con comicità. Si è raggiunto il livello massimo di ilarità quando sono state mostrare mani su piastre ustionanti e dentro acqua bollente. E' sorprendente il cinismo della gente, la verità è che appaga la visione della sofferenza altrui.

Nota positiva: non sono molti i film che, seppur con comicità, riescono a trattare ed evidenziare i disagi che riscontrano le persone emarginate o disabili nella nostra società.

Fuga di cervelli ha come protagonisti ragazzi incapaci di integrarsi, costretti ad unirsi per scappare dalla solitudine. Il gruppo è composto da un cieco, un omosessuale, uno spacciatore e un ragazzo in carrozzina.