Fatta la legge, trovato l'inganno. E lo Stato specula sulla vita. Anzi sulle polizze assicurative vita e infortuni. Il plateale annullamento dell'odiata Imu è stata presentata infatti come una manovra efficiente del governo italiano, salvo poi presentarla il prossimo anno come Service Tax.

Ma a rimetterci sono ancora i cittadini italiani, anzi, le loro polizze assicurative sulla vita. Leggendo più attentamente la legge 102 - ossia la cancellazione Imu - si nota come la manovra non sia altro che uno specchietto per le allodole. Infatti con la cancellazione dell'Imu subentreranno delle forti riduzioni sulle polizze vita e infortuni per garantire 7 miliardi di rimborsi alle imprese più 500 milioni per la Cig.

Una manovra furbetta ma politically correct in salsa italiana.

Tradotto in soldoni il denaro mancante dall'ex Imu verranno presi dalle polizze vita e infortuni, tutto a carico quindi delle compagnie assicurative e di circa 6 milioni di assicurati, perché dei circa 105 miliardi di euro di premi incassati nell'anno 2012 le polizze vita coprono una fetta sostanziosa.

Il governo quindi ha allungato la sua longa manus su queste per coprire l'Imu. Le polizze sulla vita infatti si comportano come i fondi comuni, come salvadanai dei cittadini, ma che non erano stati toccati dalla fame dell'Agenzia delle Entrate. Ma vediamo meglio la situazione.

L'articolo 12 del decreto legge, in merito ai premi assicurativi, recita che "nel limite di euro 630 per il periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013, nonche' di euro 230 a decorrere dal periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2014, sono compresi i premi versati per i contratti di assicurazione sulla vita e contro gli infortuni stipulati o rinnovati entro il periodo d'imposta 2000".

Significa quindi che:

  • Il tetto di detraibilità stipulate e/o rinnovate dopo il 2000 scenderà da 1.291,14 euro a 630 euro il 31 Dicembre 2013
  • Dal prossimo anno diminuirà ancora fino a 230 euro

Significa che dal prossimo anno il vantaggio fiscale dei premi versati delle polizze è ridotto di un quinto. Quindi i risparmi degli italiani subiranno la scure del governo per mascherare la roboante cancellazione dell'Imu. Ma a guadagnarci è sempre lo Stato, anzi, l'Agenzia delle entrate, che potrà incamerare 400 milioni per il 2013 e 800 milioni di euro per il 2014. 

La riduzione che ha messo in atto il governo grava proprio su queste polizze. Lo scorso anno i premi vita versati alle compagnie erano 69,7 miliardi di euro – di cui circa 4 miliardi detratti – portando a 527 miliardi di euro circa il patrimonio delle compagnie assicurative italiane; invece per i contratti sugli infortuni sono stati versati quasi 3 miliardi. La maggior parte di questi contratti venivano stipulati tra Novembre e Dicembre, così da usare nella dichiarazione dei redditi dell'anno successivo la riduzione dei versamenti. 

La riduzione grava anche sui premi a partire dal 2013, perché il decreto ha un effetto retroattivo. Quindi il decreto "applaudito" è una gran batosta per le compagnie assicurative e sulle polizze vita. E se consideriamo che 220 miliardi di euro appartengono alle compagnie assicurative come titoli di Stato, questo aspetto non è certo poco rilevante. Soprattutto per le compagnie assicurative e i cittadini italiani, con lo Stato che specula sulla vita.