Papa Francesco ha presocarta e penna e ha scritto, di suo pugno, un messaggio ai musulmani di tutto ilmondo per la festa di fine Ramadan, cioè quel periodo di digiuno rituale che dura circa un mese (quest'anno è iniziato il 9 luglio) e termina con una festa detta 'Id al-Fitr che dura tregiorni e durante la quale parenti e amici si riuniscono per mangiare insieme escambiarsi dei doni.

Perritrovare un messaggio simile vergato da un pontefice dobbiamo risalire al 1991quando fu Giovanni Paolo II a mandare un saluto a un augurio di buona festa atutti i musulmani del mondo.

Ilmessaggio non è certo una novità, perché è dal 1967 che l'apposito DicasteroVaticano – vale a dire il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso –manda un messaggio ai musulmani per questa festa. La novità risiede nel fattoche il messaggio è inviato dal Papa in persona che, nello specifico, ricorda diessersi chiamato Francesco in onore del santo di Assisi che è riconosciuto datutti come "fratello universale".

Il tema del messaggiopontificio è interessante e stimolante: La promozione del mutuo rispettoattraverso l'educazione e il Papa porta avanti una breve riflessione su cosasignifichi rispetto e anche sul senso del "rispetto mutuo". È qui, secondo ilSanto Padre, che entra in gioco l'educazione: "Riguardo all'educazione dellagioventù musulmana e cristiana, dobbiamo formare i nostri giovani a pensare eparlare in modo rispettoso delle altre religioni e dei loro seguaci, evitandodi mettere in ridicolo o denigrare le loro convinzioni e pratiche".

È per questo che il Papa,concludendo il suo messaggio, auspica che tutti – cristiani e musulmani – "possano essere veri promotoridi mutuo rispetto e amicizia, in particolare attraverso l'educazione.

Bello, infine, l'augurio finale che papa Francesco fa aimusulmani che festeggiano la fine del Ramadan: che "le vostre vite possanoglorificare l'Altissimo e arrecare gioia a coloro che vi circondano".