L'istituzionefamiglia sta vivendo oggi numerosi cambiamenti, pur continuando a detenerel'importante compito di guida per la formazione identitaria dell'individuo.

È la famiglia, infatti,che designa la traiettoria di vita di una persona, specie in un Paese come ilnostro, dove compensa l'assenza di un welfare state "solido".

Sono le donne, infatti,ad occuparsi, soprattutto nel Mezzogiorno, sia dei bambini sia delle personeanziane che necessitano di assistenza e di aiuto, e la crisi economica chestiamo vivendo, causa di sempre più esigue risorse economiche e possibilità dilavoro precarie, rende le cose ancor più complicate.

A tal proposito,la sociologa Chiara Saraceno ha coniato l'espressione "Donne sandwich", ovvero schiacciatetra il lavoro di cura per i propri figli e quello per i genitori o parentianziani, e nella stessa direzione va il pensiero di Linda Sabbadini, direttore del Dipartimento delle statistiche sociali e ambientalidell'Istat.

Intervenuta al convegno milanese "in rosa" di Manageritalia "Facciamoil punto! Welfare in azienda: tra conciliazione, benessere e produttività", la Sabbadini ha, infatti,ribadito il ruolo fondamentale del lavoro familiare svolto dalle donnenell'ambito del welfare state, ribadendo, però, la necessità di riequilibrare questo impegno attraverso politichedi welfare contrattuale e aziendale che diano alle donne l'opportunità dipartecipare a pieno titolo alla ripresa della nostra economia.

L'apporto femminile, infatti, fatica a coniugarsi con le nuoveaspettative, sia personali sia professionali, e le cose sicomplicano ulteriormente in caso di separazione coniugale, dove il carico dilavoro che le donne devono portare a termine aumenta maggiormente.

È in questi casiche interviene la mediazione familiare, poiché in grado di definire e chiarirei compiti che spettano ai due genitori rispetto alla cura e all'educazione deifigli.

La mediazionefamiliare, diffusasi in Italia negli anni Ottanta ma oggetto di una specifica disciplinasolo dal 2006, è a tutti gli effetti una negoziazione tra i due ex partners chehanno deciso di separarsi, con lo scopo di trasformare l'evento tragico dellaseparazione in una costruzione consapevole e matura di un nuovo progetto divita, soprattutto per il bene del figlio o dei figli frutto della lororelazione.

Per ottenere buonirisultati, sono necessarie almeno dieci sedute, in cui i genitori "siconfrontano" con il sostegno di un mediatore familiare "super partes",professionista del settore, che li accompagna in un percorso di oggettivazionedella separazione in atto, e li aiuta a comprendere la grande responsabilitàche hanno nei confronti dei figli.

Le sedute sono,inoltre, legate a precisi schemi fisici con precise "postazioni" da rispettare,sistemate in modo da formare un triangolo equilatero, ponendo così un'equadistanza tra i due partners, e tra questi e il mediatore.

In quest'ottica siinquadra il fine ultimo della mediazione, ovvero salvaguardare i figli daiconflitti dei genitori, trasmettendo loro un'idea di famiglia "sana", basata susolidi principi, da trasportare, una volta divenuti adulti, nella costruzione dellaproprio realtà familiare.